Benedetto e Francesco, un Soglio per due
di Antonino D'Anna
Joseph Ratzinger è rientrato in Vaticano, ora da Romano Pontefice emerito. Ha promesso che condurrà una vita ritirata e in preghiera, scomparendo agli occhi del mondo: ma come avevamo già osservato all'atto delle sue dimissioni, resta una domanda. Adesso che Oltretevere si trovano due Papi (uno emerito e l'altro, come insegna il diritto canonico, con potestà “piena, suprema e immediata”), che cosa succederà? Abbiamo visto Ratzinger, affaticato e stanco, incontrare Jorge Mario Bergoglio pochi giorni dopo l'elezione di quest'ultimo al Soglio pontificio come Francesco. Due figure vestite di bianco (fatto storico), ma al tempo stesso ben distinte. Si vedeva la differenza di stile tra i due, con Benedetto e la sua croce dorata da un lato, Francesco e l'umile croce in ferro dall'altro. Differenze solo esteriori, perché in realtà i due condividono molti punti di vista; ma un Papa che incontra il suo predecessore è qualcosa che – almeno fino a questo punto della storia della Chiesa moderna – non si era mai visto. Però la domanda rimane: il Papa emerito, seppure chiuso nel monastero “Mater Ecclesiae”, creerà situazioni di imbarazzo?

PERCHE' SI'- La presenza di Ratzinger in Vaticano, ora da emerito, può essere letta in senso positivo se pensiamo che, alla fine, anche la Diocesi più importante del mondo ossia Roma, si trova a vivere una condizione che le altre diocesi del pianeta, dalla più prestigiosa a quella più lontana, vivono. C'è, cioè, un vescovo nel pieno delle sue facoltà che vive nel palazzo vescovile; e il predecessore, l'emerito, che se ne va a vivere presso la concattedrale oppure lascia il territorio della diocesi che ha guidato e torna, magari, al suo paese. Nel caso della diocesi di Roma questa è – finalmente – una sorta di “normalizzazione”: ora Roma è una diocesi come tutte le altre, e in questo si innesta lo stile pastorale di Francesco che a Buenos Aires non si faceva tante preoccupazioni e spesso compariva a casa del parroco di questa o quella parrocchia “armato” solo di una bottiglia di vino e un pacco di mate. Arrivava a sorpresa, vedeva di persona lo stato della parrocchia, poi com'era venuto se ne andava.
PERCHE' NO- Ma la presenza di Ratzinger Oltretevere può anche avere un risvolto negativo. Che è quello tipico di tante diocesi dove non manca qualche prete che va a lamentarsi dall'emerito delle scelte del successore (e anche questo, se vogliamo, è un segno di “normalizzazione”). È appena il caso di ricordare che insieme a Benedetto vive monsignor Georg Gaenswein, promosso dal Papa emerito Prefetto della Casa Pontificia un mese e mezzo prima delle dimissioni papali. La Prefettura decide chi vedrà il Papa e quando, e vive a stretto contatto col Papa. Francesco, peraltro, non ha un segretario particolare e malgrado la disponibilità del segretario in seconda di Ratzinger, il maltese Alfred Xuereb, non sembra ne sceglierà uno. Quindi monsignor Gaenswein si trova a vivere presso Francesco, ma anche presso il Papa emerito: un cortocircuito che può dare adito ad eventuali perplessità e imbarazzi (a proposito: dicono ad Affaritaliani che Benedetto gradirebbe molto vedere il suo don Georg diventare cardinale in breve tempo). Si aggiunga che il Segretario di Stato è ancora quello nominato dal Papa tedesco, ossia il cardinale Tarcisio Bertone, e che per il momento non ci sono state grosse nomine da parte di Francesco che hanno inciso sulla Curia romana: di fatto, tutto è stato rinnovato o messo a posto prima delle dimissioni di Ratzinger, effettive il 28 febbraio di quest'anno.
GERMANIA O GERUSALEMME?- E ancora: sei il Papa, ma hai a pochi passi dalla tua residenza il tuo predecessore, uno dei maggiori teologi del XX secolo (se non il maggiore, almeno per l'ultimo quarto di secolo): non vai a consultarlo? Non ricevi qualche consiglio? È vero che il Papa emerito ha di fatto scelto di scomparire dal mondo. Ma ribadiamo la domanda che abbiamo posto all'atto delle dimissioni di Ratzinger: non sarebbe stato meglio fare ritorno nella natìa Germania oppure – come fece in un primo tempo Carlo Maria Martini da vescovo emerito di Milano – andare a Gerusalemme?