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Brigadiere ucciso in Puglia, indagato per omicidio anche Camillo Giannattasio, presunto complice del killer

Il gip del Tribunale di Brindisi ha già disposto la custodia cautelare in carcere per l’uomo, accusato anche di ricezione, detenzione e porto illecito in luogo pubblico di due armi da sparo clandestine

di Redazione News

Carabiniere ucciso in Puglia, accusato Camillo Giannattasio di concorso in omicidio 

Tra i reati imputati a Camillo Giannatasio, 57enne di San Giorgio Jonico, figura anche l'omicidio in concorso del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, ucciso lo scorso 12 giugno in una sparatoria a Francavilla Fontana (Brindisi). Proprio questa mattina il gip del Tribunale di Brindisi ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’uomo, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e omicidio in concorso con Michele Mastropietro, deceduto in un secondo conflitto a fuoco a Grottaglie.

«Condividendo gli addebiti provvisori elevati da questo ufficio – dichiara in una nota il procuratore di Brindisi Antonio Negro- il giudice ha disposto la misura in relazione ai reati di resistenza a pubblici ufficiali ed omicidio, commessi in concorso, avendo Giannattasio presumibilmente tenuto una condotta dimostrativa, allo stato delle indagini, della condivisione dell'utilizzo, da parte di Mastropietro, della pistola con la quale l'Ufficiale di polizia giudiziaria è stato colpito mortalmente». 

È stata trovata, inoltre, dagli inquirenti una seconda pistola a funzionamento semiautomatico e un enorme numero di proiettili nel veicolo utilizzato dai due indagati, che portano così Giannattasio ad essere indagato anche per la ricezione, detenzione e del porto illecito in luogo pubblico di due armi comuni da sparo clandestine, entrambe prive dei contrassegni matricolari. 

La situazione giuridica di Giannattasio è in esame da parte del gip, anche per il deposito di armi rinvenuto in un garage e per un esercizio commerciale di sua proprietà nei comuni di Carosino e San Giorgio Jonico. Riguardo la detenzione illecita di armi, il gip del Tribunale di Taranto aveva già ordinato la custodia cautelare in carcere, per poi lasciare la questione nelle mani dell'autorità giudiziaria di Brindisi. Il risultato delle analisi balistiche, da effettuare fra l'arma posseduta da Mastropietro, che si considera essere la stessa ha ucciso il Brigadiere capo Legrottaglie, e il proiettile estratto dal corpo del militare, oltre all'interrogatorio dell'indagato serviranno a chiarire ulteriormente le responsabilità del tragico accaduto.

La Procura di Taranto, nel frattempo, continua a indagare sulla sparatoria avvenuta a Grottaglie, che ha causato la morte di Mastropietro e il consecutivo arresto di Giannattasio. Non stop per le indagini che vengono svolte in collaborazione dai Carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Brindisi e dalla Compagnia di Francavilla Fontana nonché dai poliziotti del Commissariato di Grottaglie e della Squadra Mobile della Questura di Taranto, sotto la guida delle Procure di Brindisi e di Taranto. 

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