Bullismo, bambino ebreo di Ferrara vittima dei compagni: "Riapriamo Auschwitz" - Affaritaliani.it

Cronache

Bullismo, bambino ebreo di Ferrara vittima dei compagni: "Riapriamo Auschwitz"

Bullismo, a farne le spese un ragazzino preso di mira dai propri compagni per essere ebreo. Frasi ingiuriose e percosse quelle ricevute in una scuola di Ferrara

Bullismo, ancora una volta a farne le spese un ragazzino.
Questa volta preso di mira dai propri compagni un ragazzo, aggredito per essere ebreo; frasi ingiuriose e percosse quellericevute da un alunno di un istituto secondario di primo grado a Ferrara.

Un episodio raccontato da Il Resto del Carlino e accaduto negli spogliatoi della palestra della scuola. e che La denuncia è arrivata dalla madre del bambino (che preferisce non esporsi) e arriva per bocca della rappresentante di classe. «E’ inaccettabile – dice la portavoce, mamma di una bambina che frequenta lo stesso istituto – che accadano simili episodi. Non si può far passare sotto silenzio questo chiaro segnale di antisemitismo strisciante». 

La portavoce dei genitori della classe ha immediatamente avvertito Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Andrea Pesaro, guida della comunità ebraica ferrarese, e Luciano Meir Caro, rabbino capo della comunità ebraica estense. «Questa aggressione – prosegue la rappresentante – è una preoccupante cartina di tornasole del clima di latente antisemitismo che aleggia anche nelle scuole. Un abisso verso cui ci stiamo calando tutti».

«Una marea di odio che sento palpabile – prosegue - . Mi spaventa ancora di più perché questo sentimento evidentemente alberga anche tra i bambini». Immediata la presa di posizione di Betti Guetta, direttrice dell’Osservatorio sull’antisemitismo di Milano, che parla di «un episodio allucinante» e, stigmatizzando il ruolo del web, afferma: «Sul totale degli episodi di antisemitismo che registriamo come Osservatorio, l’80% proviene dalla rete e dai social. In questo territorio sconfinato, si legittima la possibilità di dire le cose più terribili». 

La scuola ci tiene però a precisare che sarà la prima a «di prendere i provvedimenti più opportuni per far fronte a questo episodio tanto sgradevole quanto grave». 

A parlare è la dirigente scolastica che, dopo aver sottoposto il caso all’Ufficio scolastico territoriale, assicura: «So che la questione era già stata affrontata all’interno della classe tra docenti e studenti. Peraltro, il ragazzino responsabile dell’aggressione, una volta scoperto, si è scusato e ha promesso che non farà mai più cose simili. Comunque ho in programma di convocare un consiglio di classe straordinario per capire meglio, anche con i professori, quello che è accaduto». La preside precisa: «La scuola da sempre è attiva nell’organizzare iniziative legate al Giorno della Memoria e, in tanti anni che presiedo questo istituto, è il primo caso di questa portata che mi trovo ad affrontare». Caso che, a detta del dirigente «va preso con la giusta serietà, senza essere sminuito, ma che deve essere trattato con il massimo della cautela e della discrezione». Ma, se anche tra i ragazzini si annida l’odio verso il popolo d’Israele, che tanto richiama i periodi più oscuri della nostra storia recente, cosa significa? «Significa che c’è un germe – chiude la portavoce – di qualcosa che può esplodere». Qualcosa di violento, disumano. Ad oltre ottant’anni dall’emanazione delle leggi razziali.