Com’è difficile essere perfetti: Sinner, il Papa e il valore dei simboli - Affaritaliani.it

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Com’è difficile essere perfetti: Sinner, il Papa e il valore dei simboli

Jannik Sinner è stato oggi accolto in Vaticano da Papa Leone XIV. Un incontro sobrio, affettuoso, simbolicamente potente. Il campione silenzioso dello sport italiano, esempio di talento e misura, ha donato una racchetta al nuovo Pontefice. Il Papa ha sorriso e scherzato.

Scambi rapidi, parole semplici. L’immagine ha fatto il giro dei media. E, come accade con certi simboli, anche la leggerezza ha lasciato spazio alla riflessione. Sinner è tutto ciò che l’Italia ama raccontare: disciplinato, rispettoso, vincente. Proprio per questo, la sua figura — limpida — porta con sé quella naturale complessità che ogni personaggio pubblico inevitabilmente assume.

È noto, ad esempio, che Sinner risiede fiscalmente a Montecarlo. Una scelta personale, perfettamente legittima, in linea con la libertà individuale e comune tra gli sportivi internazionali. Ma nel momento in cui diventa anche simbolo di italianità — nelle celebrazioni, nei titoli, nei discorsi — quella scelta entra a far parte della narrazione collettiva. È una sfumatura. Una di quelle che ci ricordano quanto sia delicato — e prezioso — il rapporto tra immagine pubblica, appartenenza e senso del Paese.