Cronache
Capri, porto in vendita. Ma è lite. In campo la "rivale" Anacapri
Il sindaco di Capri all'attacco contro la vendita del porto. "Stiamo combattendo per difendere e mantenere la partecipazione nella società del porto turistico di Capri totalmente pubblica perché l'arrivo dei privati ci spaventa, siamo preoccupati". Gianni De Martino intende dare battaglia alla privatizzazione del porto e annuncia: "Faremo valere il nostro diritto prelazione".
Il Comune detiene da sempre il 51% della società del porto di Capri mentre il restante 49% è di Invitalia, che però ha deciso ora di vendere tutte le proprie azioni nei porti italiani, tra cui appunto anche quello di Capri. "Abbiamo chiesto di sospendere la procedura - spiega il sindaco - ma Invitalia ha voluto andare avanti e ora siamo in attesa delle aperture delle offerte". All’asta di Invitalia sono finiti anche la marina di Portisco in Costa Smeralda, la marina di Arechi nel Golfo di Salerno e l’area di porto Lido a Trieste. In totale circa 2.500 posti barca disseminati lungo le più belle e conosciute coste italiane.
COMUNI RIVALI ALLEATI CONTRO LA VENDITA - Capri e Anacapri sono fianco a fianco per acquistare il porto di Capri, messo in vendita dallo Stato tramite Invitalia, società controllata dal ministero dell’Economia. Per quanto riguarda lo scalo marittimo caprese, Invitalia ha messo in vendita il 49 per cento del pacchetto azionario, visto che la maggioranza già appartiene al comune di Capri.
A dar manforte a De Martino è arrivato il sindaco di Anacapri, Francesco Cerrotta, che è sceso in campo contro la privatizzazione della parte minoritaria del capitale della Spa che controlla lo scalo. Da Invitalia, però, non ne hanno voluto sapere ed hanno perseguito il proposito di dismettere tramite una gara la partecipazione nel Porto di Capri. Ora, si attende l’apertura delle buste. Tra queste potrebbe esserci anche quella del comune di Anacapri.