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Cronache
Carceri: 284 contagi finora, -7.700 da febbraio. Nei Cpr situazione peggiore

Carceri: 284 contagi finora, -7.700 da febbraio. Nei Cpr situazione peggiore 

L’inizio della pandemia da Covid-19 colpisce anche le carceri italiane. Lo conferma la relazione del Garante nazionale per i diritti dei detenuti, che verrà presentata in Parlamento. Sono 284 i casi positivi, 33 riguardano esterni in ospedale, mentre 834 sono stati gli isolamenti precauzionali di asintomatici in camera singola (più 500 in camera multipla), oltre a 22 isolamenti di sintomatici in camera singola e 8 in camera multipla. Sono 7.188 i tamponi effettuati finora, e 51 gli esiti positivi su personale dell’Amministrazione penitenziaria. Per quanto riguarda i suicidi, sono 24 quelli registrati. Si tratta di un “numero, per quanto può contare una valutazione parziale, superiore a quello dell’ultimo anno (alla stessa data di oggi erano 20 nel 2019)". Cinque suicidi - emerge dalla relazione - hanno coinvolto persone che in libertà erano senza fissa dimora e che in più di un caso si è trattato di persone che avevano appena fatto ingresso in istituto e, conseguentemente, erano state collocate in isolamento sanitario precauzionale, come avviene per tutti i nuovi giunti. Il Garante rileva inoltre il "vuoto normativo" determinato dalla "persistente mancanza di una disciplina della risposta alla patologia psichica insorta o maturata nel corso della detenzione che la equipari a quella fisica".

53.500 detenuti presenti, -7.700 da febbraio

Tra i mesi di marzo e giugno c’è stato un consistente calo delle presenze in carcere. Al 29 febbraio 2020 erano 61.230, poi scesea 53.527 il 23 giugno, con una riduzione che supera le 7.700 unità. “L’emergenza sanitaria ha evidenziato le preesistenti carenze e criticità del sistema penitenziario - scrive nella relazione il Garante -, enfatizzando la sua inadeguatezza a far fronte al fenomeno che si stava presentando: sovraffollamento degli Istituti, mancanza di spazi destinabili alle necessità sanitarie, diffuso degrado strutturale e igienico in molte aree detentive, debolezza del servizio sanitario". Le novità legislative introdotte, secondo il Garante, hanno prodotto "effetti diretti piuttosto contenuti, ma hanno certamente dato l’avvio a un orientamento generale da parte della magistratura di sorveglianza che, anche trattando con la tempestività dovuta le istanze giacenti da tempo, ha contribuito con i propri provvedimenti alla consistente riduzione delle presenze in carcere" tra marzo e giugno. Attualmente, vi sono 867 persone detenute che scontano una pena inferiore a un anno e 2.274 tra uno e due anni (pena inflitta e non residuo di pena maggiore), 13.661 le persone detenute che hanno un residuo di pena inferiore a due anni. Situazioni che - secondo il Garante - pongono interrogativi circa il loro mancato accesso a misure alternative e che fanno emergere una dimensione "classista" del sistema ordinamentale. 

Nei Cpr situazione peggiore che nelle carceri

I Centri di permanenza per il rimpatrio vivono una situazione spesso descrivibile come “peggiore di quella degli istituti di pena, se non altro per il vuoto di tutela che la caratterizza”. Nel 2019 sono transitati nei Cpr 6.172 migranti, 5.508 uomini e 664 donne. I Paesi di origine più rappresentati sono Tunisia (2117), Marocco (788), Nigeria (734), Egitto (328), Albania (282), Cina (218), Senegal (176), Gambia (155), Georgia (144) e Romania (140). Tra i motivi di uscita dai Centri, il più frequente (28%) è il trattenimento non convalidato da parte dell’autorità giudiziaria, per mancata convalida o mancata proroga. Negli hotspot, sempre l'anno scorso, sono entrati 7.757 stranieri (5.196 uomini, 952 donne e 1.609 minori). I rimpatriati sono stati 6.531 (a fronte dei 6.398 dell’anno precedente), per lo più tunisini (1.739), albanesi (1.228), marocchini (986), nigeriani (384) ed egiziani (363): gli espulsi con provvedimento di pubblica sicurezza sono stati 4.653 e gli espulsi con provvedimento dell’autorità giudiziaria 880 mentre i respingimenti del questore sono stati 998. I rimpatri forzati con voli charter hanno riguardato 1.864 persone (di cui 1.345 tunisini). Tra il marzo del 2019 e i primi mesi di quest’anno il Garante ha monitorato 46 voli di rimpatrio forzato.

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