A- A+
Cronache
Cerciello, Scalfarotto visita gli accusati. "Era mio dovere". Polemica nel Pd

Carabiniere ucciso: Scalfarotto visita imputati, nel Pd e' polemica - E' polemica, anche nel Pd, sulla visita fatta in carcere ai due americani imputati dell'uccisione del Carabiniere Cerciello Rega svolta da Ivan Scalfarotto, deputato dem. L'annuncio della visita e' stato dato dallo stesso Scafarotto sui suoi profili social ed ha subito provocato la reazione di Matteo Salvini. "Il Pd va in carcere a verificare che il criminale americano non sia stato maltrattato... Non ho parole!!! Pazzesco" aveva twittato il ministro dell'Interno. Ma le reazioni alla decisione del deputato Pd non sono mancate nemmeno da parte di suoi commpagni di partito. "E' il caldo. Spero che sia il caldo. Perche' tra Gozi ieri e Scalfarotto oggi vi giuro che stiamo raggiungendo vette di stupidita' mai prima conquistate nella politica contemporanea" ha commentato Carlo Calenda. Prende le distanze anche Alessia Morani, deputata dem: "Lo dico con sincerita': non condivido la visita in carcere al presunto omicida di #Cerciello del collega #Scalfarotto. Ho fatto tante battaglie con Ivan. Ma questa volta non sono d'accordo. Proprio no".
IVAN SCALFAROTTO HA FATTO VISITA AI DUE AMERICANI ACCUSATI DELL'OMICIDIO DEL CARABINIERE A ROMA. CHE COSA NE PENSI? HA FATTO BENE IL DEPUTATO DEL PD?

CLICCA QUI PER PARTECIPARE AL SONDAGGIO
 

Scalfarotto: "Era mio dovere andare a Regina Coeli" - "Da quando ieri sera il Ministro dell’interno ha rilanciato il mio post su Facebook, in pochissime ore più di 340 mila persone lo hanno letto e sono raggiunto da messaggi il cui tenore si può facilmente immaginare e di cui vedete qui sotto qualche esempio". Inizia così, con il riferimento ai tanti post di insulti al suo indirizzo, il lungo post di Ivan Scalfarotto, che ha deciso di chiarire le ragioni dell'ispezione a Regina Coeli dove si trovano i due fermati per l'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Gesto, quello del deputato, che ha sollevato non poche polemiche, a partire dal ministro Salvini e passando per Carlo Calenda."Devo dire al Ministro e ai suoi comunicatori - continua Scalfarotto - che la politica dell’intimidazione non funziona con tutti e che, per quanto mi riguarda, fatta una scelta sono disponibile a discuterla nel merito, anche a cambiare idea, ma certo non a rinnegarla per paura di attacchi organizzati di questo tipo. Detto questo, ritorno volentieri su quanto riportava “La Stampa” di ieri sulla mia ispezione (non “visita”: ispezione) a Regina Coeli. Un’ispezione uguale a quella che ogni parlamentare ha diritto, e secondo me dovere, di compiere in tutte le carceri italiane, anche senza preavviso, perché è previsto dalle nostre leggi che i rappresentanti del popolo verifichino le condizioni in cui lo Stato tratta anche i criminali più efferati".Per l'onorevole dem, "la differenza tra la barbarie e la civiltà sta infatti in un principio che risale al 1200. Si chiama “habeas corpus” e indica che nessuna persona che si trova nella custodia dello Stato può essere punita in alcun modo se non in forza di un giudizio legale. È un principio che in Italia abbiamo custodito gelosamente ed che è profondamente parte della nostra cultura: “Siamo il Paese di Cesare Beccaria”, sentiamo spesso dire. È un principio - continua - che in questi mesi la maggioranza di governo ha indebolito inesorabilmente: promuovendo con grande successo l’idea che esseri umani possano essere lasciati a rischio di annegare in mare senza soccorso o siano abbandonati per settimane a bruciare al sole sul ponte di una nave. O rilanciando e plaudendo via Twitter a una foto certo non all’altezza del nostro paese: quella di un prigioniero, accusato di un gravissimo crimine, ammanettato e bendato. Una foto che purtroppo ha fatto il giro del mondo"."Sono state le forze dell’ordine, non Salvini, a stigmatizzare quella foto. E un certo establishment, prontissimo a riposizionarsi - spiega ancora -, non è stato purtroppo da meno della politica: abbiamo letto di giornalisti che auspicavano la pena di morte e di personalità che avrebbero considerato adeguati all’occasione lunghi pestaggi nei commissariati. Come la rana nella pentola di acqua calda, stiamo accettando - dice - che tutto questo diventi accettabile, parte della cultura popolare dominante, senza pensare che si tratta di un affievolimento progressivo e letale dei nostri principi democratici che va fermato subito, ora, prima che sia troppo tardi"."'Bisogna ascoltare il popolo', mi dice invece qualche amico in queste ore. Io non penso che sia così semplice: penso - scrive ancora Scalfarotto - che chi ha responsabilità pubbliche non debba solo accodarsi all’opinione pubblica, specie quando la politica ne solletica le reazioni più emotive. Penso che chi fa politica, se ci crede davvero, debba testimoniare i propri valori anche quando - anzi soprattutto quando - quei valori sono impopolari. È la mia posizione personale - sottolinea il deputato -. Non la posizione del Partito Democratico o del gruppo PD alla Camera, lo voglio dire con chiarezza, anche se auspico che la mia comunità voglia restare presidio inossidabile e saldissimo di questi valori, senza cedimenti, anche in questi tempi così bui e complicati. Che la salvaguardia dello Stato di diritto non sia mai, mai, messa in secondo piano per motivi di opportunità politica: farei fatica a raccapezzarmi. E dunque sono andato a Regina Coeli non per “visitare” qualcuno, ma per verificare che la Repubblica Italiana sia ancora quella che sta scritta nella Costituzione. La mia - insiste - non è stata in nessun senso una “visita”, il mio è stato un gesto politico"."In carcere - continua - ho trovato la nostra Repubblica in condizioni molto migliori di come la dipingano o la auspichino Salvini e la sua comunicazione: posso testimoniare - non solo al nostro Paese ma al mondo intero, come ho già fatto - che la nostra polizia penitenziaria sta svolgendo il proprio lavoro con la straordinaria professionalità e dedizione che ha da sempre, nonostante la carenza di risorse, il sovraffollamento, e la vetustà delle strutture. Questo significa che posso anche testimoniare direttamente al nostro Paese e al mondo che l’Italia ha tutte le risorse e le caratteristiche perché il terribile omicidio che è stato commesso sia giudicato e punito qui e non all’estero. Nonostante le destre, siamo ancora un paese i cui standard di civiltà non temono alcun confronto".Poi l'ultima annotazione, dedicata alla vedova del vice brigadiere ucciso e in risposta a quanti chiedevano perché il deputato non fosse andato a visitare la donna: "Un’ultima cosa, ora, la più importante di tutte. Molti - scrive - mi hanno chiesto se sono andato a trovare la vedova di Mario Cerciello Rega. La risposta è che no, non l’ho fatto, per discrezione e rispetto. Perché non penso che tutti i politici di ogni ordine e grado debbano sempre dire una parola su tutto o imporre la propria presenza in ogni caso - il più delle volte un silenzio composto è più rispettoso e vero di mille parole di circostanza. Certo non perché non vorrei poter portar loro la mia solidarietà, la mia costernazione e la mia profonda gratitudine per il servizio che Mario ha reso al Paese. Ma posso assicurare - sottolinea infine il dem - che se mi sarà data l’opportunità di farlo, quella sarà l’unica “visita”, commossa e sentita, per la quale in questa tristissima occasione si potrà mai usare questo nome".

Cc ucciso, Zingaretti: Scalfarotto in carcere? Sua iniziativa - "Quella di Scalfarotto e' una sua iniziativa personale. Rientra nelle sue prerogative di parlamentare ma ripeto e' una sua iniziativa non fatta a nome del Pd". Cosi' il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ieri il deputato aveva fatto sapere di essere andato a Regina Coeli a verificare le condizioni dei due americani coinvolti nell'omicidio del carabiniere.

Carabiniere ucciso, Fiano (Pd): stavolta dissento da Scalfarotto - "Ci sono momenti in cui il pensiero di dissociarsi dal comportamento di un amico, un compagno di battaglie sui diritti, e sulla difesa della Democrazia nel nostro paese, puo' spingere a stare in silenzio. Io invece voglio spiegare perche' non ho condiviso la scelta di Ivan #Scalfarotto di andare a Regina Coeli a verificare, tra l'altro, le condizioni di detenzione dell'assassino del Carabiniere #CercielloRega. Lo voglio spiegare perche' questo e' il compito della Politica: essere capaci di spiegare le scelte o il dissenso dalle scelte, senza piegarsi alla forza degli insulti che stanno ricoprendo Ivan sui social, o che ogni giorno determinano scelte e posizioni senza argomentare, semplicemente insultando. C'e' stato un terribile omicidio di un Carabiniere che ha prodotto un'onda emozionale in tutto il paese. Per la giovane eta', per la divisa che portava, per la giovane vedova, per l'efferatezza del fatto, per l'apparente totale insensibilita' dei colpevoli. Il nostro compito e' prima di tutto quello di condividere il grande cordoglio popolare per questo omicidio. Noi siamo un partito che ha radici popolari, dobbiamo sentire e condividere i sentimenti che si sono diffusi su questo episodio, ovviamente senza mai avallare, come non abbiamo fatto, nessuna strumentalizzazione sull'accaduto. C'e' un'esigenza storica e politica secondo me, in particolare per noi, di sintonia con il popolo. Il che non vuol dire avvallare ogni sentimento ovviamente, ma questo cordoglio certamente si'. Gli insulti che hanno colpito Ivan sono inaccettabili, e certamente c'e' sempre anche, l'esigenza di verificare la condizione dei diritti dei detenuti, ma senza incorrere nel rischio di apparire, come e' successo, come coloro che invertono l'ordine delle priorita', pur in assoluta buona fede". Cosi' in post Fb il deputato democratico Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo.

IVAN SCALFAROTTO HA FATTO VISITA AI DUE AMERICANI ACCUSATI DELL'OMICIDIO DEL CARABINIERE A ROMA. CHE COSA NE PENSI? HA FATTO BENE IL DEPUTATO DEL PD?

CLICCA QUI PER PARTECIPARE AL SONDAGGIO

 

Commenti
    Tags:
    scalfarotto
    Iscriviti al nostro canale WhatsApp





    in evidenza
    Chi è Valentina Mira, la nuova Murgia candidata al Premio Strega

    FdI contro il suo libro

    Chi è Valentina Mira, la nuova Murgia candidata al Premio Strega

    
    in vetrina
    Fuorisalone, la guida di Affari agli eventi della Milano Design Week 2024

    Fuorisalone, la guida di Affari agli eventi della Milano Design Week 2024





    motori
    Lexus alla Milano Design Week 2024: il futuro del design automobilistico

    Lexus alla Milano Design Week 2024: il futuro del design automobilistico

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.