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Cronache
Copasir, criticità nel sistema delle intercettazioni. Richieste nuove misure

Copasir ha approvato il 20 ottobre scorso la “Relazione sulla disciplina per l’utilizzo di contratti secretati, anche con riferimento al noleggio dei diversi sistemi di intercettazione” curata dal senatore Francesco Castiello (Movimento 5 Stelle) e dal deputato Elio Vito (Forza Italia). Lo ha reso noto il presidente, il senatore Adolfo Urso (Fratelli d’Italia).

L’approfondimento, si legge nella relazione, è stato svolto tramite “un breve ciclo di audizioni” che ha visto sfilare davanti al Copasir il 14 settembre Luciano Calamaro, il presidente della sezione di controllo della Corte dei conti sui contratti secretati, e martedì 19 ottobre Marta Cartabia, ministro della Giustizia. Al termine del confronto con Calamaro, aveva comunicato Urso, “si è evidenziata la necessità di interventi volti a migliorare la normativa e le procedure per garantire una maggiore efficacia nell’attività di controllo che in ultima istanza fa capo al Parlamento”. Da qui, l’incarico a Castiello e Vito.

«Criticità diffuse e ripetute negli anni», si legge dalla Relazione della Sezione centrale per il controllo sui contratti secretati della Corte dei Conti. Un esempio lampante è quello delle procure: a fronte della loro «presumibile ponderosa attività anche in merito all’impiego di sistemi di intercettazione che vede l’ordinamento italiano tra i maggiori utilizzatori di tali strumenti, per il ministero della Giustizia sono stati registrati solo 6 atti (compresi 4 giacenti) di cui 4 riferiti al noleggio di sistemi di intercettazione per una sola sede di Tribunale a fronte di 140 Tribunali sul territorio italiano».

Questo per quanto riguarda il controllo preventivo di legittimità dei contratti secretati. Nell’ambito del controllo successivo sulla regolarità, correttezza ed efficacia della gestione, la Sezione centrale ha esaminato 64 contratti, stipulati o sottoposti a variazione nel 2020, di cui 44 provenienti dal ministero della Difesa e un numero più esiguo da altri ministeri (5 dagli Esteri; 3 dall’Interno; 2 dalla Giustizia).

Da questa analisi il Copasir ha potuto evidenziare una serie di preoccupanti lacune ed omissione nell i ciò degli atti da parte degli enti alla speciale sezione di controllo della Corte dei Conti. A far la parte del leone in questa non certo encomiabile classifica ci sono i tribunali che sembrano assai poco ligi in questa attività di trasmissione di dati inerenti contratti secretati. Il rischio che questo comportamento possa avere ripercussione non solo sui conti dello Stato ma anche sulla stessa sicurezza sono nolo elevati secondo il comitato presieduto dal senatore Urso.

Il Copasir ha reputato quindi opportuno avviare un approfondimento della materia, anche tenuto conto per esempio dell’impatto del caso Exodus, un software di captazione utilizzato da varie Procure per condurre investigazioni informatiche e che nel 2019 era stato oggetto di indagine da parte della Procura di Napoli. L’indagine aveva appurato che non vi erano garanzie di sicurezza circa la conservazione e la gestione dei dati sulla piattaforma Exodus e che le misure di sicurezza non erano idonee a mantenerne la segretezza e l’integrità.

Castiello e Vito, in conclusione, alla luce di questo fatto, hanno proposto alcune misure per ridurre le criticità emerse sia dal punto di vista del controllo degli atti sia dal punto di vista della omissione o della frammentazione eccessiva di invio degli atti da parte degli organi giudiziari.

Innanzitutto si propone un potenziamento dell’apparato sanzionatorio della Sezione centrale della Corte dei conti. In secondo luogo si propone di rafforzare il ruolo dello stesso Copasir “trasformando quello che è un onere informativo in un'attività consultiva”. Il Copasir chiede anche una maggiore trasparenza della clausola di secretazione, affinché questa sia “esplicitata e congruamente motivata”, il Comitato “ritiene apprezzabile” l’impegno del governo relativamente alle problematiche del settore ma denota “l’esigenza di interventi normativi volti a migliorare la disciplina dell’affidamento di tale servizio secondo alcune indispensabili linee direttrici”, tra cui “l’auspicabile superamento della richiamata divergenza interpretativa tra ordinamento interno e comunitario nella direzione di un adeguamento verso quest’ultimo per la protezione dei diritti fondamentali, con particolare riguardo alla privacy”.

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