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Cronache
Coronavirus, Bergamo "In 1200 sono a casa con l'ossigeno, non li ricoverano"

Coronavirus, Bergamo "In 1200 sono a casa con l'ossigeno, non li ricoverano"
 

Bergamo è una delle città più colpite per il Coronavirus. La Lombardia, spento il focolaio del Lodigiano deve fare i conti con i numeri terribili che arrivano dalla Val Seriana, ma quanto registrato ufficialmente non è il conteggio reale, lo certifica chi è in prima linea in quelle zone, il segretario dei medici di famiglia della provincia di Bergamo, Mirko Tassinari. "I numeri ufficiali non sono credibili. Si fanno tamponi solo ai ricoverati, - spiega a La Stampa - ma qui stimiamo 100 mila positivi non censiti su 1 milione di abitanti. I ricoveri calano perché non c’è più posto in ospedale. Talvolta non si ricovera più nemmeno con 85 di saturazione. Gestiamo a domicilio situazioni che due mesi fa avremmo ricoverato alla velocità della luce. Altrimenti non avremmo 1200 pazienti in ossigenoterapia domiciliare".

A casa - prosegue Tassinari - non c’è la stessa assistenza, né diagnostica né farmacologica. In ospedale hai più possibilità di cura. La bombola d'ossigeno dura 12-24 ore poi bisogna cambiarla e a questo non provvede l'Asl. Chi ha parenti li manda in giro per le farmacie a trovarle, è come una caccia al tesoro" I numeri dei medici contagiati nella Bergamasca sono impressionanti. "Su 600 medici di famiglia ce ne sono 145 ammalati, di cui 5 morti. L’ultimo, Michele, due giorni fa. Non avrei mai pensato di dover aggiornare una lista di colleghi morti. Mandati a morire sul lavoro. E’ una strage di Stato. Per un mese tutti gli sforzi si sono concentrati sulla moltiplicazione dei posti ospedalieri in rianimazione. Il territorio è stato trascurato. Questo è il risultato".

 

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