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Cronache
Coronavirus, boccata d’aria per i bimbi:una conquista che nasce dal territorio

E così i bambini hanno vinto la loro battaglia. Sollecitato da una petizione di un folto numero di genitori che chiedevano di essere autorizzati ad accompagnare i bimbi a "prendere una boccata d'aria" con una passeggiata all’aperto, nel rispetto dei limiti imposti alla libera circolazione dall'emergenza virus. Il Sindaco di Firenze Dario Nardella si era espresso a favore di questa ipotesi sollevando con ciò consensi ma anche molte critiche. In città si erano registrati timidi accenni da parte dei genitori a portare fuori i propri figli, ma le forze dell'ordine, contraddicendo il Sindaco, avevano puntualmente sanzionato tale condotta, generando nei genitori una grande incertezza sul da farsi.

Frattanto la battaglia a tutela dei minori superava i confini della città di Firenze e una identica petizione veniva fatta propria da genitori milanesi nonché da movimenti e associazioni del settore che facevano inoltre presente che tutta la legislazione d’emergenza non aveva mai dedicato uno spazio di attenzione ai minori, soggetti anch’essi fragili, al pari degli anziani.

Il Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso della infanzia), con una sua nota, peraltro chiedeva particolare attenzione alla condizione dei ragazzi affetti da disabilità psichiche (autistici ma non solo) “perché questi ragazzi, cui è stata interrotta la routine quotidiana, a volte diventano violenti”… e ”l’assenza di previsione di attività e di sostegni specifici da parte della scuola che, oltre a lasciare le famiglie isolate, rischia di innescare un processo irreversibile di peggioramento delle capacità dei ragazzi con disabilità psichiche” .

Ieri, con una circolare del Ministero dell’interno, il diritto ad una passeggiata accompagnati da un unico genitore e solo nei dintorni di casa, è stato riconosciuto ai bambini accogliendo le istanze dei genitori che si erano tanto battuti. Ma già sono in corso molte polemiche circa questa scelta del Viminale da quanti ritengono che” l’ora di aria” sia pericolosa.

Due considerazioni:

Si spera che quanti condivideranno la scelta fatta dal Ministero non lo facciano ancora paragonando il permesso di uscire a quello consentito ai cani. Non per mancanza di rispetto verso i quattro zampe ma perché il percorso di affrancamento del minore da uno status di minorità è stato lungo e difficoltoso e simili paragoni possono vanificare questo traguardo almeno a livello della coscienza diffusa.

La seconda considerazione parte dal dato di fatto che ancora una volta siano stati i sindaci a intercettare i bisogni reali del proprio territorio molto prima e molto più diffusamente degli organismi di garanzia di livello sovracomunale. Forse andrebbe ripensato l’ambito territoriale di riferimento dei garanti per l’infanzia e l’adolescenza istituendoli presso i comuni che direttamente incrociano la sfida quotidiana della tutela dei minori, soprattutto attraverso i servizi di assistenza sociale.

La prossimità ad un ente deputato a governare la città ci aiuterebbe a considerarli a pieno titolo cittadini.

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