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Cronache
Coronavirus: da ora è influenza o ebola? Il rischio è di uccidere l'Italia

Influenza o Ebola. Questa ritengo sia la scelta strategica che dovrà essere fatta nelle prossime settimane in quanto, risulta ormai chiaro, siamo finiti in un 'cul de sac' dal quale si uscirà solo con la famosa frase 'l'operazione è andata bene il paziente è morto'.

Scelta doverosa quando le statistiche ci dicono come la maggior parte dei contagi avvengano negli ospedali e nelle RSA. Ancor più grave quando ancora oggi molti di queste strutture denuncino come non abbiano ricevuto, ad oltre due mesi di distanza dall'inizio del contagio, dal Governo centrale o dalle loro Regioni materiali di protezione adeguati.

Credo quindi che sia necessario analizzare il problema Coronavirus in maniera meno emozionale e più freddamente statistica. Senza un approccio del genere il rischio è chiaro: non passare nei prossimi mesi ad una vera fase 2, ma ad un infinita successione di fasi 1B 1C 1D 1E 1F...

Alla luce degli enormi progressi fatti in questi mesi dai ricercatori di tutto il mondo e dai medici sul campo che stanno affinando centinaia di trattamenti farmacologici, si è capito come affrontare al meglio il percorso di cura prima a casa e poi eventualmente in ospedale. Il numero dei ricoveri in terapia intensiva è quindi crollato, e ricordo come fin dall'inizio tutti gli esperti ci abbiano sempre invitato a tenere sotto controllo questo dato, vera cartina di tornasole della gravità della situazione.

arturo artom ape 2

Arturo Artom

Questo è sempre stato il dato che ha infatti più preoccupato perchè è quello che ha procurato la gran parte delle vittime: con i reparti stracolmi venivano tenuti a casa il più possibile anche i malati gravi che quando finalmente arrivavano al pronto soccorso erano in condizioni ormai critiche.

Le statistiche sono chiare: l'indice di letalità è esponenzialmente più grande per gli anziani. Sta inoltre emergendo come per ogni positivo ufficiale (200.000) ci siamo tra 10 e 20 volte di positivi asintomatici o non tamponati.

La società civile dovrebbe quindi esigere di fare entrare in gioco esperti statistici, attuariali a fare da contraltare ai vari comitati tecnico scientifici. Il combinato disposto delle precedenti considerazioni, tutte ufficiali e di pubblico dominio, potrebbe far calcolare come l'aggressività di questo virus sia, oggi, veramente di poco superiore ad una influenza: l'influenza colpisce molto anche bambini ed adolescenti, che invece non vengono quasi toccati da questo virus, mentre noi dovremmo concentrarci sulla difesa degli anziani.

Rispetto alle previsioni allarmistiche del comitato tecnico-scientifico bisognerebbe infatti contrapporre un analisi prospettica che porti a simulazioni che tengano conto degli attuali tassi di mortalità/letalitá combinati ad una forte strategia di protezione delle fasce anziane della popolazione.

La provocazione è diretta e forte: ma se risultasse quindi che gli attuali (dopo tutta l'esperienza fatta nelle cure) indicatori di mortalità e letalità del Covid19 per le fasce della popolazione fino all'età pensionistica non sono così diversi da quelli di un'influenza stagionale, perché continuare a combattere il Coronavirus come se fosse Ebola, uccidendo di fatto economicamente una Nazione?

Allora si potrebbe aprire un dibattito ed iniziare a riposizionare quest'emergenza con considerazioni più razionali e stastiche.

Nessuno prende infatti in considerazione di chiudere autostrade e statali per l'alto numero di incidenti stradali, o di chiudere ristoranti o alberghi o sale congressi con l'aria condizionata per gli oltre 11000, ripeto undicimila, morti all'anno in Italia di polmonite batterica, principalmente da pneumococco

L'influenza stagionale contagia ogni anno tra i 6 ed i 9 milioni di individui in Italia con un grado di letalità attorno all'1 per mille, quindi 6/9000 persone. Il vaccino, pur consigliato, non è mai stato reso obbligatorio e men che meno nessuno ha mai nemmeno lontanamente pensato di prendere anche solo una delle misure restrittive che vediamo in questo momento applicate.

In sintesi, siamo stati il primo Paese Occidentale ad essere stato colpito dal Virus ed abbiamo tracciato la strada sul lockdown, ritengo che dovremmo essere i primi anche ad affrontare questo dibattito senza il quale temo, non riusciremo a vedere una vera fase 2 prima del tanto agognato vaccino.

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