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Cronache
Coronavirus, la lettera choc: "Chiudo per prendere il reddito di cittadinanza"

La ristoratrice di Apricena scrive al premier: "Lei ci invita solo a fare altri debiti per poter lavorare. Lo so,non l'ha voluto né Lei e né io questa situazione ma io ho perso tutto e Lei no"

L'Italia ripartirè dopo che a pandemia si arresterà? E la crisi economica successiva che impatto avrà su tutti noi. Piccole e medie imprese, professionisti di ogni settore sono in crisi, tantissime persone sono senza un posto di lavoro o lo hanno perso. Una ristoratrici di Apricena in provincia di Foggia scrive al Premier una lettera a viso aperto in cui si confessa pronta a chiudere e prendere il rdc perchè non può pensare di andare avanti a debiti e perchè pensa che le misure adottate non bastino per far sopravvivere la sua attività. La lettera è diventa subito virale, ecco il testo completo.

"No grazie, Signor Presidente... un altro mutuo non voglio accenderlo mi basta quello che ho. Avrei voluto continuare a lavorare ma non mi resta che tenere giù la serranda e chiedere il reddito di cittadinanza e le spiego perché...

Faccio parte di quella categoria che prima che Lei ci ordinassi di abbassare la serranda,molti già si erano fermati perché a differenza vostra abbiamo cercato di capire quello che stava accadendo tra mille informazioni contraddittorie date dalle istituzioni e dagli esperti.

Noi non offriamo solo cibo,noi offriamo un'esperienza...offriamo sorrisi, abbracci, offriamo serenità, spensieratezza,uno stato d'animo.

Il nostro è un mestiere difficile, fatto di sacrifici pesanti, lavoriamo 15 ore al giorno, spesso non si dorme la notte perché l'ansia ce lo impedisce, perché a gennaio si inizia già a pensare alla banchettistica delle ricorrenze primaverili e all'estate,perché ti svegli di soprassalto chiedendoti se ti sei ricordato di ordinare tutte le materie prime ai fornitori,perché non esistono il sabato e la domenica in famiglia, le cene con gli amici, e natale e capodanno sono una tortura fisica e psicologica siamo bianchi e con le occhiaie, sempre.

Ma è il mestiere che abbiamo scelto noi, rinunciando al posto fisso detto alla Checco Zalone. Ed è la vita e il mestiere che amiamo. Non tutti sanno cosa c è dietro a questo amore e non possiamo pretendere che lo si comprenda.

Noi siamo quelli che abbiamo messo in ballo tutto ciò che avevamo sul nostro lavoro e non abbiamo avuto paura ad indebitarci. Noi siamo quelli che a fine mese facciamo il gioco delle tre carte per pagare. Noi siamo soprattutto una partita iva. Ma noi soprattutto siamo quelli che abbiamo sempre sfoderato quel bel sorriso #andratuttobene a prescindere tutto.

Ecco perché signor Presidente,non accetto che lei dica che lo stato ha messo a disposizione tot milioni/miliardi... Lei ci invita solo a fare altri debiti per poter lavorare. Lo so,non l'ha voluto né Lei e né io questa situazione ma io ho perso tutto e Lei no. Grazie infinite".

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