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Cronache
Coronavirus. La lezione della natura alla piccolezza degli uomini
Coronavirus: supermercati presi d'assalto

Ed ancora una volta, se ancora ce ne fosse bisogno, la natura ( in senso ampio e magari religioso per chi ci crede) sta dando una lezione di umiltà agli uomini e agli italiani in particolare. Forse quelli che, fra tutti ,pensano che oggi cosa   dovuta per grazia ricevuta.

 

Dalle grandi pestilenze dell’antichità per arrivare alla spagnola e alla peste di manzoniana memoria si è caduti in una specie di film quasi dell’orrore, fatto di contagi, mascherine,zone rosse, esercito e quarantene. Un ‘nightmare’ che, fortunatamente è molto meno mortale di tutte le epidemie passate, ma che ci permette di riflettere su tutti i nostri limiti umani, non solo scientifici ma pure mentali.

Coronavirus, la lezione della natura agli uomini

E soprattutto ci fa pensare a tutte quelle piccole grandi cose a cui, erroneamente, ci siamo abituati e a cui non facciamo mai conto ma che, se ci vengono tolte, ci rendiamo conto quanto sono importanti. Una riflessione che va bene per tutti ma soprattutto per noi italiani adesso più colpiti di altri ( dopo cinesi e coreani) e che, forse più di altri, viviamo nella convinzione che tutto o quasi ci sia dovuto e arrivato per grazia divina.

 

In primis la libertà.Forse sono in molti adesso a capire il vero significato di società libera. Liberi di muoverci, liberi di socializzare, liberi di entrare ed uscire dal Paese e magari dal nostro quartiere senza alcunché se non i soldi da spendere in vacanze o viaggi di lavoro, o solo per salutare un amico a cinque chilometri di distanza.

Ne sanno qualcosa quei turisti lombardi e veneti costretti a Mauritius, dopo un viaggio di 10 ore a riprendere i bagagli e ritornare a casa, dopo essere stati trattati come pacchi, perché non accetti. Una decisione fra l’altro dettata solo da emotività e non da raziocinio dato che gli altri passeggeri a cui è stato permesso di restare avevano viaggiato insieme ai possibili contagiati per ore. Senza contare i cittadini di città focolaio come Codogno.

Coronavirus, la lezione della natura agli uomini

Ne sapranno qualcosa tutti quelli che vorranno viaggiare in UK perché da oggi non siamo più graditi. Gli italiani che arrivano dalla «zona rossa» dei focolai saranno obbligati a stare in quarantena per quattordici giorni, anche se non presentano sintomi. E per quelli che arrivano dal Nord (da sopra Rimini, sopra Firenze, sopra Pisa) è prevista la quarantena anche con un banale raffreddore.

Per secondo il dono di essere visti come uomini e non come elementi pericolosi. E qui basterebbe ricordare la ‘non umanità’ con la quale molti hanno trattato dall’inizio dell’epidemia tutti quei poveri lavoratori o visitatori cinesi , colpevoli solo di vivere in Italia. Questo qualcosa, di molto simile al razzismo, dovrebbe farci meglio comprendere anche altri tipi di comportamenti ‘borderline’ dedicati a rifugiati o migranti.

 

Per terzo cominceremo a capire il valore del nostro turismo e come dovremo preservarlo appena passata la bufera. Il turismo è un valore che ci è stato donato solo grazie alla bellezza del Paese. Ma qualcosa che merita di essere mantenuto, preservato e non disprezzato. Penso all’incuria di molte nostre zone lasciate andare alla deriva, penso alle polemiche, spesso snobistiche di città che vorrebbero i soldi dai turisti ma quasi non li vorrebbero vedere. Penso a tutte quelle città , fortunatamente poche, dove i turisti sono visti come ‘vacche da mungere’ e non come ospiti da coccolare al massimo.

Certo perché adesso, dopo questo batosta dovremo ricominciare a guadagnarci il nostro spazio nel mondo del turismo mondiale. Dovremo rifarci un po’ l’immagine e soprattutto incominceremo a capire che, l’avere una città piena e rumorosa ( fino a certi limiti) sia molto meglio di averne una dove ci siamo solo noi.

 

Per quarto vedremo finalmente finire quella polemica totalmente  divisiva come quella sui vaccini. Ora non ci sarebbe un solo italiano (vero cari grillini NO-VAX), che non somministrerebbe il vaccino al proprio figlio.

Avere i vaccini è un altro dono che l’umanità non si può’ permettere di snobbare per ignoranza o credenze medioevali. Ne sanno qualcosa nella Repubblica Democratica del Congo dove per povertà e credenze ancestrali rifiutano di vaccinare i propri figli con il risultato che, solo nel 2019, sono morti 6000 bambini di morbillo.

Dove dovrebbero nascondersi adesso quel bel gruppo di parlamentari grillini che chiedevano a gran voce l’abolizione dell’obbligo delle certificazioni vaccinali a scuola?

 

Quinta cosa il piacere della leggerezza, il gusto cioè di avere un sano divertimento nello sport, negli happy hour, nei concerti, magari al cinema o a teatro e pure nelle riunioni condominiali. Adesso per un po’ dovremo forse dimenticarci del grande valore della socializzazione.

 

Per sesto il grande regalo dell’abbondanza legata allo sviluppo industriale.Le foto dei supermercati vuoti hanno ricordato nei tempi odierni i bancali dei supermercati in Venezuela o a Cuba. Dittatura e comunismo.Speriamo di non doverle vedere mai più qui da noi.

 

Ultimo ma non ultimo il Coronavirus sta insegnando qualcosa forse anche a noi giornalisti. Forse anche noi dobbiamo imparare che stressare notizie o peggio darle incomplete nella loro vera dimensione solo per guadagnare uno spazio più grande o qualche lettore in più può’ fare un danno formidabile, quello di creare panico ed isteria inutile. La preoccupazione è utile il panico è dannoso quasi peggiore del virus.

 

La tempesta passerà (già una azienda americana ha annunciato un possibile vaccino ). Speriamo che passi in fretta e che soprattutto ci abbia permesso di migliorarci, appena appena un poco.

 

 

 

 

 

 

 

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