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Cronache
Coronavirus, lo strano intreccio di luoghi, date e protagonisti...

Il 13 maggio 2009 su “L’Express”, l’economista e banchiere Jacques Attali dichiarò: “Là dove il crack finanziario sinora ha fallito, una buona piccola pandemia costringerà i nostri amministratori ad accettare la realizzazione di un governo mondiale”. Nel 2010 la Fondazione Rockefeller pubblicò un dossier intitolato Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale, che preconizzava una pandemia da virus ignoto e indicava le misure per farvi fronte: sospensione dei diritti costituzionali, tramonto degli Stati nazionali, istituzione di un governo unico mondiale che non avrebbe allentato la propria morsa repressiva nemmeno una volta superata l’emergenza sanitaria, sorveglianza di massa, obbligo di indossare mascherine, controllo della temperatura corporea prima di accedere a luoghi pubblici, interruzione dei viaggi aerei e conseguente crollo del turismo, ricorso all’identità biometrica e ai microchip. L’argomento è stato approfondito da Cesare Sacchetti nel suo sito “La cruna dell’ago”.

Il 13 aprile 2015, a Vancouver, durante un “Ted Talk”, conferenza lampo promossa dalla Sapling Foundation, Bill Gates formulò uno sconcertante vaticinio. Profetizzò che, nei decenni a venire, un virus sconosciuto altamente contagioso, che si sarebbe diffuso per via aerea, avrebbe ucciso dieci milioni di persone e prodotto perdite complessive per 3.000 miliardi di dollari.  Nell’arco dell’intero 2019, in Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti, non però in Italia, furono condotte esercitazioni in vista di un’eventuale pandemia. Lo ha spiegato Franco Fracassi in “Protocollo Contagio”.

All’inizio del 2019, in Gran Bretagna, il Nsra, organismo chiamato a valutare i rischi per la sicurezza nazionale, sfornò uno studio di oltre 600 pagine su un’ipotesi di pandemia universale. Nella relazione, consegnata anche al Ministero della Salute, si ipotizzava tra l’altro che “la pandemia di coronavirus avrebbe potuto manifestarsi in tre ondate, ciascuna della durata di circa quindici settimane”.

Il 18 ottobre 2019, a New York, si tenne Event 201 Pandemic Exercise, una simulazione di pandemia da nuovo coronavirus “nCov- 2019”. Tre i promotori del convegno: Bill & Melinda Gates Foundation, World Economic Forum e John’s Hopkins Center for Health Security di Baltimora.  

Nello stesso giorno, il 18 ottobre 2019, dodicimila chilometri a ovest da lì, ebbe inizio la settima edizione dei Giochi sportivi militari internazionali. Oltre 10 mila le persone intervenute, atleti e accompagnatori provenienti da 110 nazioni differenti. Un grande assembramento, insomma, pianificato con largo anticipo, ottimo detonatore per un eventuale contagio.

E dove si disputarono queste Olimpiadi? A Wuhan, guarda caso, città che dal 2003 ospita un famoso laboratorio di ricerca, costruito dalla Francia, finanziato dagli Stati Uniti e controllato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, specializzato nello studio del coronavirus e di agenti patogeni pericolosi, classificati come BSL- 4, livello di biosicurezza 4. Un po’ dunque come scegliere di incontrarsi nei pressi di una centrale nucleare.

In effetti, nel 2018, sul “Wall Street Journal”, una fonte anonima rivelò: “Nutriamo un certo grado di sfiducia circa la reale sicurezza dei laboratori BSL-4. Un qualsiasi incidente in una qualunque delle 54 strutture (presenti in 24 Paesi differenti) avrebbe ripercussioni devastanti per tutti”. Una dozzina di militari svedesi, al ritorno dalla Cina, accusarono gravi problemi respiratori. Si ristabiliranno solo tre mesi più tardi. Nel frattempo vennero confinati presso la base militare di Boden e obbligati a non parlare della vicenda. Lo riferisce, il 15 aprile 2020, il quotidiano svedese “Norrländska Socialdemokraten”. La notizia  verrà ripresa da Marco Bonarrigo, in un articolo intitolato “Atleti malati ai mondiali di Wuhan. I sintomi del virus già in ottobre”, sul “Corriere della Sera” di venerdi 8 maggio 2020. 

L’8 dicembre 2019, nell’Ospedale di Wuhan, si registra il primo ricovero ufficiale da covid 19. 17 dicembre 2019, Roma. Il grande traditore del popolo italiano Beppe Grillo, appena rientrato dalla Cina, indossa la mascherina. Ad alcuni giornalisti che gli chiedono quali ragioni lo inducano a usarla, beffardo risponde: “Mi proteggo dai vostri virus”.

Il 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi segnalano all’Organizzazione Mondiale della Sanità un rilevante numero di polmoniti atipiche nella città di Wuhan.  Ai primissimi di gennaio 2020 le autorità cinesi informano il governo italiano circa la diffusione del Coronavirus. Il 5 gennaio 2020 la Direzione generale della prevenzione sanitaria diffonde a Ministeri e Regioni una circolare relativa a “una polmonite da eziologia sconosciuta”, nella quale si citano i sintomi della malattia di Wuhan. Tale documento contiene una sorprendente raccomandazione da parte dell’OMS: “Evitare restrizioni a viaggi e commerci con la Cina”. 

A Rimini, dal 18 al 22 gennaio 2020, si tiene infatti la Fiera della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè. Centomila visitatori, migliaia di compratori cinesi, centinaia giunti da Wuhan. Tra gli espositori, nel Padiglione B3, gli stand del Comune di Codogno, oltre a quelli delle Province di Bergamo e Brescia.  Il 20 gennaio 2020 il Ministero per la Salute vara un Piano nazionale per l’emergenza. 

Il 30 gennaio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara l’emergenza sanitaria internazionale. E Conte vieta i voli dalla Cina. Il 31 gennaio 2020 il Consiglio dei Ministri delibera lo Stato di emergenza, per sei mesi, “in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”. E il I febbraio tale notizia viene riportata sulla Gazzetta Ufficiale dello Stato Italiano. 

Il 2 febbraio 2020, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, il virologo Roberto Burioni, fanalino di coda nella graduatoria mondiale di specialisti stilata da Scopus e ciononostante membro del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza covid, baldanzoso annuncia: “Da noi il rischio è pari a zero”.  È stato forse proprio in virtù di questa affermazione che in seguito si è guadagnato una poltrona anche nella task-force contro le fake news?

Il 3 febbraio 2020 i governatori leghisti Zaia, Fontana, Fedriga e Fugatti insistono per isolare i bambini cinesi che rientrano da zone a rischio. Davvero memorabile la replica di Lucia Azzolina, Ministro all’Istruzione: “Tranquillità assoluta. La propaganda non fa bene. Non ci sono motivi per escludere gli alunni dalla scuola”.

Il 6 febbraio 2020 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si reca addirittura in visita alla Scuola Daniele Manin, nella Chinatown della Capitale: un atto dimostrativo, solenne, a scongiurare pericolosi focolai di razzismo. Verso metà febbraio, il Ministero degli Esteri, presieduto da Di Maio, matura un’importante decisione: dona alla Cina due tonnellate di protezioni individuali e un ingente quantitativo di mascherine.

La partita Atalanta-Valencia di Champions League, giocata il 19 febbraio 2020 allo stadio milanese di San Siro, certo non contribuisce a contenere il contagio. A Palazzo Chigi, già prima del 20 febbraio, si fa incetta di 40 mila mascherine, 1250 litri di gel igienizzante, guanti e bombole di ossigeno. A uso esclusivo della Presidenza del Consiglio.

Il 27 febbraio 2020, ai Navigli di Milano, Zingaretti e Sala organizzano “aperitivi solidali” con i giovani Dem. E, su Instagram, lanciano l’hashtag #MilanoNonSiFerma. Eppure i media si sono ben guardati dal definirli untori.

Il 29 febbraio 2020 la Gruber intervista Giuseppe Conte, e gli domanda se saremmo stati pronti ad affrontare un’emergenza globale. Il Presidente del Consiglio afferma: “L’Italia è prontissima. In questo momento il nostro Paese ha adottato misure cautelative all’avanguardia, e tutti i protocolli di prevenzione possibili e immaginabili”. 

La verità però è un’altra. Sin dagli esordi del covid, il nostro esecutivo ha commesso una sequela di errori marchiani: una gestione della Sanità da “Armata Brancaleone”. Sarebbe stato necessario e urgente definire corretti protocolli terapeutici, assumere personale medico e infermieristico a sufficienza, validare tamponi, incrementare i posti letto, procurare ventilatori meccanici, bombole di ossigeno, dispositivi di protezione. Invece il Governo non se ne è curato minimamente. Né d’altronde si è attrezzato per scongiurare la cosiddetta seconda ondata. 

Una condotta meno irresponsabile e interventi più tempestivi avrebbero insomma potuto salvare preziose vite umane. Ecco perché alcuni famosi avvocati hanno denunciato il Governo italiano per pandemia colposa e per alto tradimento. 

In compenso, da febbraio in poi, i nostri politici hanno bombardato anche l’intelaiatura economica e sociale del Paese. Restrizioni, vane promesse, oppressione, privazione di libertà: ecco le uniche armi che hanno messo in campo. Scarsi, o nulli, gli aiuti concreti alla popolazione in difficoltà. Vergognosi ritardi nell’erogazione dei contributi per la cassa integrazione. Nessun serio progetto di ripresa per l’industria, il commercio, il turismo. Indennizzi e ristori che somigliano a elemosine. Il miraggio dei finanziamenti a fondo perduto. 

Eppure non si tratta di ignavia o inettitudine. Persino uno stupido, magari per sbaglio, può combinare talvolta qualcosa di buono. Ma non questi criminali al servizio della cupola finanziaria mondialista. La psicosi da covid, l’abolizione dei principali diritti costituzionali, le misure da Stato di Polizia e financo la paura delle multe sono strumentali a tenere in scacco gli Italiani. Intanto il Bel Paese precipita nella miseria. Affinché i padroni del mondo possano comprarselo a un euro. La nostra classe politica corrotta, al soldo dei poteri forti, ma pagata anche da noi, in realtà lavora solo per loro.

Occorre cominciare a capire con chi abbiamo a che fare. Dovremmo smetterla di accusare i nostri politici di incompetenza, incuria e negligenze. Sarebbe assai più utile e realistico parlare di malafede, disonestà, delinquenza. Perché non proviamo a spezzare queste oscure spire che ci avviluppano, e strozzano la speranza?

Il nostro popolo è in preda a un sortilegio. Occorre risvegliarlo. Prima che sia troppo tardi. Siamo piombati in una delle dittature più feroci della Storia. Per ora ci trattano da sudditi. Ma se non troveremo la forza di ribellarci, un futuro da schiavi ci attende.

La morte della nostra civiltà porterà con sé la fine di ogni bellezza, il tramonto di qualunque forma di spiritualità. Omologazione e logica del profitto schiacceranno l’essere umano. Poiché l’anima, per sopravvivere, ha bisogno di aria, luce, giustizia, conoscenza. E libero pensiero.

*Testo dell’intervento di Lidia Sella, che l’autrice ha letto durante la manifestazione No Paura Day, a Cesena, sabato 5 dicembre 2020

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