Cronache
Coronavirus, Miani: "Polveri sottili e umidità co-fattori della diffusione"

Parla Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale
Se Sars-Cov-2, della famiglia dei coronavirus, appartenente al pipistrello ha fatto quello si chiama salto di specie per arrivare all’uomo divenuto fonte di contagio, così la diffusione veloce del virus che sta facendo milioni di vittime nel mondo obbliga l’umanità ad un salto culturale ineludibile: smetterla di violentare l’ambiente per non subire, a stretto giro, gli effetti nocivi per la nostra salute e quella per le future generazioni.
E’ lungo questa linea che si articola il pensiero del Prof. Alessandro Miani, docente di Prevenzione Ambientale alla Statale di Milano e presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima), sulla insidiosa e difficile pandemia - Covid 19 da Sars-Cov-2 - da trattare.
“Ci sono molti co-fattori che giocano un ruolo da comprimari negli elevati tassi di mortalità registrati in Lombardia e nel nord Italia più in generale - attacca Miani - come anche altri fattori potrebbero aver inciso sulla più rapida diffusione dell'infezione in Pianura Padana. Tra questi, l’inquinamento atmosferico ed in particolare le polveri sottili (Pm10 e Pm 2.5) che in certe condizioni di umidità e temperatura possono essere veicolo di virus, come già scientificamente dimostrato per l'Aviaria, l'Ebola e il Morbillo”.
Inoltre, “vivere in un ambiente inquinato porta il nostro sistema immunitario ad essere sovraeccitato e potenzialmente meno reattivo, come anche il nostro fisico più debilitato e quindi, soprattutto in presenza di co-morbilità, maggiore é il rischio di finire nella sfortunata conta di chi necessita di terapia intensiva o peggio di chi perde anticipatamente la vita", sottolinea Miani rivelando come è proprio in quelle aree in cui si sono avuti importanti sforamenti di PM10, registrati dalle centraline ARPA a febbraio, vi sono state ‘anomale curve’ di accelerazione dell'epidemia: più alta nelle regioni del Nord, e maggiormente nella Pianura Padana, che non nel Centro-Sud.
L’alta concentrazione delle polveri sottili, dunque, avrebbe fatto da ‘vettore’ per la rapida diffusione del virus Sars-Cov-2 che si sarebbe altresì giovato del clima più freddo e umido del Nord Italia, rispetto a quello più temperato e ventilato del centro sud.
“Il Sars-Cov-2 é un virus nuovo e come tale non ancora completamente conosciuto ma essendo della famiglia dei coronavirus, si può ipotizzare, pur in mancanza di evidenze certe, che possa comportarsi come i suoi cugini più stretti, ovverosia tendere a disattivarsi con l'aumento delle temperature. L'estate dunque potrebbe ridurne la virulenza, almeno ce lo auguriamo”, osserva il presidente della Sima.
Però, “attenzione – avverte subito Miani - disattivarsi non è sinonimo di sparire, il virus é in ambiente e ha dimostrato ad oggi di essersi adattato molto bene, quindi si potrebbe ripresentare dopo l’estate la stessa attuale emergenza sanitaria, per cui certe accortezze vanno assolutamente mantenute: il distanziamento sociale; le norme igieniche personali e ambientali; l’uso di dispositivi di protezione di qualità, come le mascherine”.
Pertanto, "il fattore tempo gioca un ruolo importante – chiosa Miani - più tempo abbiamo per affinare le armi per combatterlo (nuovi farmaci e terapie sempre più mirate) e poi lasciarci alle spalle questa tragedia (vaccino), più vite si potranno salvare. Anche a questo sono volte le azioni di contenimento, evitare il congestionamento del Sistema Sanitario Nazionale e ridurre la velocità del contagio”.
Perciò, massima prudenza in vista della fase 2 o 3, la cosiddetta ripartenza? “Non v’è dubbio, non va abbassata la guardia – risponde Miani - Non si può tornare, sic et sempliceter, a fare le cose di prima come se nulla fosse accaduto. Andare al mare, se il Governo deciderà per un si, mi auguro in un regime di precauzione con regole stringenti”.
Poco male sarebbe eccezionalmente sospendere il campionato di calcio, come hanno già annunciato per altre discipline sportive, così come non riaprire quei luoghi (pub, discoteche, etc) a più elevata presenza di persone, mentre “gradualmente e con le dovute accortezze – conclude Miani -far invece ripartire, fermo restando l'andamento del contagio, le attività economiche e industriali é auspicabile”.