Coronavirus,"Trenta studi sul vaccino in corsa. La Moderna di Boston in testa"
Il direttore dell'Ema Guido Rasi: "L'Italia è in ritardo, primi test sull'uomo solo in autunno"
Coronavirus, "Trenta studi sul vaccino in corsa. La Moderna di Boston davanti"
L'emergenza Coronavirus costringe tutto il mondo della ricerca ad una folle corsa alla ricerca del vaccino. Solo questa soluzione può evitare il diffondersi della malattia, quindi i principali istituti sono al lavoro per bruciare le tappe. "Sono circa 30 i progetti, portati avanti da aziende e organizzazioni accademiche. Spiega al Corriere della Sera Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’istituto oncologico Regina Elena, biologo molecolare e immunologo. Il vaccino deve essere capace di indurre nell’organismo la produzione di anticorpi per difendersi. In questo caso il bersaglio è la proteina Spike, quella che permette al virus di riconoscere le cellule di rivestimento di bronchi e polmoni cui legarsi. La sfida è estrapolare questa proteina che di per sé è innocua e inocularla per insegnare al sistema immunitario a produrre anticorpi. Questa si chiama immunizzazione attiva, la profilassi".
"I tempi della ricerca non sono brevi. L’agenzia europea del farmaco, l’Ema, così come la «sorella» americana Fda, Food and Drug Administration, hanno autorizzato l’applicazione dello schema rapido di approvazione Prime (Priority medicines). Ma più di tanto non si potrà correre, avverte il direttore Ema con sede ad Amsterdam, l’italiano Guido Rasi: «Abbiamo già discusso con gli sviluppatori di una dozzina di potenziali vaccini contro Covid-19, ragionevolmente però non è possibile attendersi un risultato pronto al via libera prima di un anno. Sulla base delle notizie uscite e degli annunci, - prosegue - sembra aver bruciato i tempi la Moderna di Boston che è partita a metà marzo con un ridotto numero di inoculazioni su volontari sani. Siamo nella primissima fase, quella che serve a testare la tollerabilità del vaccino, vale a dire ad accertarsi che non sia tossico e che abbia la capacità di indurre la produzione di anticorpi.
In Italia, invece, è recente la firma del protocollo di intesa, con una durata di 3 anni, tra Regione Lazio, ministero della Salute e della Ricerca, Cnr e Irccs Spallanzani per "l’individuazione di un vaccino", stanziati 8 milioni. Sono partiti i test sui topi relativi a 5 candidati vaccini condotti dall’azienda biotech Takis con finanziamenti interni da proseguire con campagna di crowfunding. Risultati attesi a metà maggio, li valuterà lo Spallanzani. Se positivi, via alla fase di sperimentazione sull’uomo il prossimo autunno.
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