Cronache
Dall'export ai Super Tuscans: ecco il "re" dei vini toscani da non perdere
Rercord negativo dei consumi, cala l'export, ma in rete spunta la nuova classifica dei SuperTuscans e qualche chicca utile. Ecco le ultimissime sul vino
Dal record negativo dei consumi fino al vigneto con candele riscaldanti passando dalla classifica dei migliori SuperTuscans: ecco le ultimissime sul vino
Calano i consumi di vino a livello mondiale, l'export italiano negli Stati Uniti rallenta, esce una nuova classifica dei migliori SuperTuscans e per proteggere i vigneti ora bastano delle semplici "candele": il vino continua a tenere banco nel dibattito mediatico, ma non solo per i meri dati economici. Se da un lato infatti, la discesa sembra essere un trend preoccupante, con una diminuzione significativa registrata anche in Cina (potrebbe essere dovuto a vari fattori, tra cui l'aumento dei costi e la diminuzione del potere d'acquisto dei consumatori), e il primo trimestre del 2024 ha registrato un calo significativo delle vendite del vino italiano negli Stati Uniti, dall'altro in rete non mancano "chicche" utili per gli appassionati. Iniziamo con la nuova classifica stilata dal Gambero Rosso dei Super Tuscans. Ecco i top vini toscani seconda il sito specializzato:
Cepparello 2021, Isole e Olena
Cantina che rappresenta la storia del Chianti Classico, sul versante occidentale della denominazione a Barberino Tavarnelle. La famiglia De Marchi con Paolo ha saputo consegnare questo vino alla fama mondiale producendo uno dei sangiovese di riferimento non solo per la zona del Gallo Nero. Un sangiovese di grande compiutezza generale, molto dinamico e vibrante. Dal sorso pieno ed appagante.
Sangioveto Grosso 2019 Fabrizio Bianchi, Castello di Monsanto
Da un vigneto scelto proprio da Fabrizio Bianchi nel 1967 su terreno di puro galestro. Sangiovese in purezza, la prima vendemmia è del 1974 ne esce un vino dal bellissimo profilo aromatico, intenso, pepato, polposo, ricco ma di grande sapidità. Di lunghissima persistenza.
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Le Pergole Torte 2020, Montevertine
A Radda in Chianti nel 1977 Sergio Manetti decise di produrre un vino nuovo, un sangiovese in purezza proveniente dalla vigna più vecchia. Uno dei primi cru. Il resto è storia. Oggi alla guida dell'azienda c'è il figlio Martino che ha sempre mostrato grande riconoscenza al passato intraprendendo una strada personale ma che non si è mai discostata dai principi della viticoltura tradizionale di casa Manetti. Il vino mostra da subito carattere e profondità, misticismo ed energia, dinamico e sempre pronto a stupire e soprattutto capace di invecchiare come pochi altri.
Balifico 2020, Castello di Volpaia
La prima bottiglia è del 1985, in pieno spirito supertuscan, all'alba della coniazione del nome. Blend in maggioranza di sangiovese e cabernet sauvignon (che cresce ad un'altitudine di 440 slm) conquista con un bel fruttato croccante sul piano olfattivo per poi aprirsi al palato con grande vibrazione e crescendo sul finale con un bel tannino succoso. Slanciato e persistente.
Tignanello 2021, Marchesi Antinori
Classico intramontabile, vino icona di casa Antinori nasce nel 1971 da una vecchia vigna detta proprio Tignanello che si trova ad una altitudine tra i 350 e i 400 metri slm, su terreno ricco di galestro ed alberese. Il primo sangiovese affinato in barrique affiancato dal cabernet sauvignon e una piccola parte di franc. Un vino che manifesta orgoglioso il grande impatto gustativo al palato. Carattere e balsamicità da vendere.
L’Acciaiolo 2020, Castello di Albola
Siamo a Radda in Chianti, Uga del Chianti Classico, il vino nasce da un unico vigneto di vecchie viti, dove la selezione di uve di cabernet sauvignon e sangiovese. Il nome è un omaggio alla casata degli Acciaiuoli. Dal profilo dark, primeggiano sentori vivi di sottobosco, spezie. Stupisce per il lato sapido e il grande sapore.
Vigorello 2019, Agricola San Felice
Blend bordolese con cabernet, merlot e petit verdot prodotto per la prima volta nel 1968 nell'azienda di Castelnuovo Berardenga. Negli ultimi anni al blend storico è stato aggiunto il pugnitello, antica uva riscoperta recentemente. Determinato da frutta ben maturata e delineata, è ottimamente profilato al palato dove spicca per sapidità e scioltezza.
L'Apparita 2020, Castello di Ama
Un altro vino che ha segnato un primato tutto toscano. Si tratta infatti del primo merlot in purezza prodotto nel 1985. La vigna è in cima al vigneto Bellavista, a Gaiole in Chianti, due le parcelle che compongono questo cru. Il terreno è ricco di argilla, dalla prima annata questo merlot ha incarnato una espressione unica riconosciutagli in tutto il mondo. Domina la freschezza al sorso, non tralasciando mai la piacevolezza di beva. Pepato, con una speziatura delicata e intrigante. Preciso e di grande affabilità.
Ma non è tutto. Secondo quanto si legge in rete l'introduzione delle bottiglie di vino in alluminio potrebbe rappresentare una soluzione più sostenibile e pratica rispetto alle bottiglie tradizionali in vetro, riducendo l'impatto ambientale e offrendo vantaggi pratici come una maggiore resistenza e una capacità di raffreddamento più veloce. Infine, l'uso di candele riscaldanti per proteggere le vigne dal gelo fuori stagione rappresenta una soluzione creativa e pratica adottata da alcune cantine, come quella altoatesina, per proteggere le piante e garantire una buona crescita.