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Morte di Emanuela Ruggeri, la madre: “Non si drogava, voglio sapere la verità”

Morte di Emanuela Ruggeri, il giallo di via del Mandrione: indagini su overdose e abbandono
Il corpo senza vita di Emanuela Ruggeri, 32 anni, è stato ritrovato lo scorso 20 luglio in un’area degradata di via del Mandrione, nella periferia est di Roma. Il cadavere giaceva sotto un arco ferroviario, fra rifiuti e vecchi involucri di droga, scoperto da un passante che stava portando il cane a passeggio. Le autorità hanno subito avviato le indagini: la Procura di Roma ipotizza la “morte in conseguenza di altro reato” e non esclude che la giovane sia stata abbandonata dopo un’overdose.
"Ha trovato l'amicizia sbagliata", il dolore della madre di Emanuela Ruggeri
Gli ultimi movimenti
La cronologia ricostruita dagli investigatori indica che la donna era scomparsa dalla sera del 14 luglio. Dopo aver comunicato alla madre che sarebbe uscita con un’amica, Emanuela viene avvistata in più punti della città: una testimone afferma di averla vista alla stazione Malatesta della metro C, un’altra segnala la sua presenza al Quarticciolo, area nota per lo spaccio di stupefacenti. L’ultimo messaggio inviato alla madre risale al giorno seguente: “Mamy, mi si sta scaricando il telefono, sono andata al mare. Scusa”.
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Una nuova vita a Torino e il ritorno a Roma
Prima di fare ritorno nella Capitale, Emanuela Ruggeri aveva trascorso diversi anni a Torino. Aveva scelto di trasferirsi nel capoluogo piemontese per motivi sentimentali: lì conviveva con il compagno, con il quale aveva intrapreso una lunga relazione durata sedici anni. A Torino la giovane aveva lavorato nell’azienda agricola della famiglia del fidanzato, impegnandosi sia nelle mansioni d’ufficio che nei lavori nei campi, dedicati alla produzione di frutta e verdura.
La fine del rapporto sentimentale, però, aveva segnato un momento di svolta nella sua vita. La decisione di lasciare il Piemonte e tornare a Roma era maturata nei mesi scorsi, con il desiderio di ricostruire il proprio percorso e trovare una nuova stabilità. Secondo quanto riferito dai familiari, Emanuela stava cercando lavoro e provando a ripartire da zero, lontano dai legami e dalle difficoltà del passato.
Indagini e primi riscontri
L’esame autoptico, eseguito presso il Policlinico Tor Vergata, non ha evidenziato segni di violenza sul corpo: nessuna frattura, nessuna lesione apparente. Secondo una prima stima, il decesso sarebbe avvenuto tra il 15 e il 16 luglio. Elemento centrale resta la presenza, attorno al corpo, di numerosi involucri usati per il consumo di droga. Emanuela, secondo quanto appreso, era seguita dal Serd del Quadraro per una passata tossicodipendenza.
Le forze dell’ordine stanno ora acquisendo i tabulati telefonici e analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza per ricostruire con precisione gli ultimi spostamenti della giovane. Il suo cellulare, al momento, non è stato rinvenuto.
Il dolore della madre e le piste investigative
Alessandra Loreti, madre della vittima, non crede all’ipotesi dell’overdose volontaria: «Mia figlia non aveva motivo di trovarsi in quel luogo, non guidava e non sarebbe mai andata lì da sola. Qualcuno l’ha accompagnata e poi l’ha abbandonata». La donna chiede che venga fatta piena luce sull’accaduto: «Spero che la polizia scopra cosa sia successo davvero».
Restano quindi diversi interrogativi ancora aperti: chi era con Emanuela la sera della scomparsa? Chi l’ha portata fino a via del Mandrione? E, soprattutto, è stata soccorsa o deliberatamente lasciata sola dopo un possibile malore?
Attese per i risultati tossicologici
Per chiarire le cause esatte della morte, sarà necessario attendere i risultati degli esami tossicologici, previsti nelle prossime settimane. La Procura mantiene aperta ogni pista, dal decesso accidentale all’abbandono di persona incapace, senza al momento escludere alcuna ipotesi.