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Garlasco, la nuova pista dell'omicidio d'impeto. Il giallo delle foto sparite e l'arma presa in casa
Emergono nuovi inquietanti errori, anche pm costretti ad ammettere di aver cancellato prove

Garlasco, perché la pista dell'omicidio d'impeto stravolge di nuovo tutto
Il giallo di Garlasco continua, si entra in una fase davvero cruciale per le indagini perché la proroga dei tempi per l'incidente probatorio consentirà agli inquirenti di svelare alcuni misteri, forse chiave per risolvere il delitto di Chiara Poggi avvenuto ormai 18 anni fa. Grazie a nuove tecniche di laboratorio infatti si potrà risolvere il giallo del Dna trovato sotto le unghie della vittima. Un dettaglio non da poco ma quelle tracce prima erano considerate inutilizzabili, in quanto poco definite, ora invece grazie alle nuove tecnologie possono diventare determinanti. Si analizzeranno inoltre le altre tracce trovate sulla scena, quelle sul pollice di Chiara e altre attribuibili a donne. Altro mistero nel mistero.
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I pm vogliono capire se il killer sia stato solo uno o se a uccidere Chiara siano invece state più persone. Tra i punti ancora poco chiari in questa vicenda c'è anche la questione delle foto sparite, come riportato da Il Tempo. Si tratterebbe dell'ennesimo presunto errore nell’ambito della prima inchiesta: non tutte le foto della scena del crimine sarebbero entrate nel fascicolo, per via di una sovrascrizione di dati del Ris per l’utilizzo delle fotocamere per altri casi, circostanza emersa durante il processo del 2009. L'ex magistrato Simonetta Matone solleva ulteriori dubbi.
"Questa vicenda - dice a Zona Bianca Matone - suscita degli inquietanti interrogativi. La sentenza Cassazione si conclude con una frase gravissima, e cioè che l’omicidio di Chiara Poggi è un omicidio d’impeto, questo vuol dire che l’assassino, all’improvviso, ha preso qualcosa in casa per uccidere Chiara, ma da casa di Chiara Poggi non manca niente. Questo è un punto interrogativo grosso come una casa".