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Garlasco, rissa sfiorata tra Federica Panicucci e l'ex avvocato di Sempio: "Senza parole". VIDEO
Tensione altissima a Mattino Cinque sul caso Garlasco: Panicucci e l’avvocato Lovati si scontrano sui nuovi risultati genetici e sul DNA attribuito a Sempio

La nuova puntata di Mattino Cinque ha riacceso con forza il dibattito sul caso Garlasco, trasformando un approfondimento sulle ultime perizie genetiche in uno dei confronti più tesi visti nelle ultime settimane. A scontrarsi — verbalmente — sono stati l’avvocato Massimo Lovati, la conduttrice Federica Panicucci e il genetista Matteo Fabbri, chiamato a spiegare il significato delle tracce genetiche individuate sotto le unghie di Chiara Poggi.
Lovati attacca: “Terrorismo sul DNA, nulla di nuovo”
Fin dalle prime battute Lovati ha adottato toni durissimi, contestando il modo in cui vengono presentati i dati:
«Non ho mai fatto male a nessuno. Di male ne hanno fatto coloro che da anni diffondono notizie distorte sul DNA. È stata un’operazione di puro terrorismo mediatico».
Secondo l’avvocato, le nuove conclusioni sulla possibile compatibilità genetica con Andrea Sempio non rappresentano affatto un elemento inedito: «Già nel 2017 Linarello parlava di un aplotipo compatibile con il ceppo maschile della famiglia Sempio».
Una posizione che ha immediatamente spaccato lo studio.
Fabbri: “Contatto diretto molto più probabile della contaminazione”
Il genetista Matteo Fabbri ha invece sottolineato le differenze tra gli strumenti di allora — meno sensibili — e quelli utilizzati oggi.
Alla domanda di Panicucci sulla probabilità di una contaminazione accidentale, Fabbri ha risposto:
«La contaminazione non è impossibile, ma la statistica la colloca nell’ordine di 10^-20. Una possibilità infinitamente remota. Qui il profilo genetico compare su due dita di due mani diverse. Questo suggerisce un contatto diretto, non casuale».
Le sue parole hanno irritato ancora di più Lovati, che ha ribattuto: «Vedrete che questo DNA non sarà comparabile con quello di Sempio».
Panicucci lo incalza: “Allora perché fu confrontato con Stasi?”
A quel punto la conduttrice è intervenuta con una precisazione che ha avuto l’effetto di gelare l’avvocato:
«Se il DNA era troppo degradato per un confronto affidabile con Sempio, perché il professor De Stefano lo confrontò con Stasi? Se è degradato per uno, lo è anche per l’altro».
Lovati ha scosso la testa: «Ma cosa vogliamo dire? Ma che domande sono? Non c’entra nulla».
Panicucci ha replicato:
«Io rimango senza parole: prima era contatto diretto, poi no; prima sublinguale, poi no. Le informazioni cambiano continuamente».
L'accusa finale di Lovati: “Le analisi di Linarello non sono genuine”
Il momento più delicato si è consumato negli ultimi minuti del dibattito, quando Lovati — incalzato dalla conduttrice — ha affermato:
«Le indagini di DNA del professor Linarello non sono genuine».
Una frase pesantissima, che ha lasciato lo studio in un silenzio imbarazzato e ha spinto Panicucci a chiudere il tema:
«Non possiamo lanciare accuse senza riscontri. Torniamo ai fatti».
Un caso che continua a dividere
L’impressione finale è quella di un’indagine che, nonostante gli anni trascorsi, continua a generare tensioni, sospetti e verità parallele. Le nuove analisi genetiche — presentate come decisive — sembrano invece avere innescato un nuovo fronte di conflitto, che attraversa avvocati, periti e conduttori televisivi.
Il 18 dicembre, data prevista per ulteriori risposte sul DNA sotto le unghie di Chiara, appare adesso ancora più decisiva.
