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Cronache
Giustizia, toghe non sanzionano mancate mediazioni. Stato perde 20 milioni €
Lo Stato ha subito un danno da 20 milioni di euro per la mancata applicazione di una norma, ha spiegato l’Assiom, associazione italiana degli organismi di mediazione, che a nome del proprio presidente, l’avvocato Giovanni Giangreco Marotta, ha inviato una lettera alla Corte dei Conti del Lazio e al ministero della Giustizia per metterli a conoscenza su quanto sta accadendo.

 

In Italia, prima di rivolgersi ad un giudice e d’intentare una causa legale a qualcuno, è obbligatorio passare dall’istituto giuridico della mediazione legale, sempre che il contenzioso si sviluppi in questi settori: cause condominiali, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria, risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. Il tutto per limitare il numero di procedimenti in corso che intasano la giustizia.

 

L'art. 8, comma 4-bis del decreto legislativo del 4 marzo 2010 n. 28, (legge istitutiva della mediazione civile obbligatoria) prevede, nell’eventualità di mancata partecipazione alla mediazione senza giustificato motivo, la condanna da parte del giudice, "al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di una somma di importo corrispondente al contributo unificato dovuto per il giudizio". 

Il contributo unificato è un tributo che si deve pagare quando si iscrive una causa a ruolo e che varia a seconda del tipo di procedimenti, ma tenendo conto di molteplici fattori.

 

"La ratio”, della norma che impone la mediazione spiega il presidente dell’associazione Marotta, “è evidentemente quella di incoraggiare la partecipazione delle parti ad un procedimento alternativo al giudizio ordinario a fini deflattivi” ma “emerge sulla base della casistica in nostro possesso come la disposizione non venga quasi mai applicata, pur ricorrendone i presupposti".

Cioè, accedendo alle rilevazioni condotte dal Ministero della Giustizia l’associazione dei mediatori ha trovato che i giudici, anche se dovrebbero, non sanzionano la mancata partecipazione alla mediazione senza giustificato motivo. Questo causa un danno alle casse dello Stato di oltre 20 milioni di euro come mancate entrate del 2017. I mediatori sono parte in causa nella vicenda ma sostengono di avere dati del ministero che possono supportare le valutazioni.

 

Eppure, sempre secondo i dati del ministero (Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa) dal 1° gennaio 2018 al 30 giugno 2018 la percentuale di comparizione degli aderenti ai procedimenti di mediazione si attesta intorno al 50,2%, superiore al 48,4% del 2017 e con una percentuale di successo del 44,3%.

 

"Una mancata entrata per le casse dello Stato nell'anno 2017 per circa 20.500.000,00 euro" provoca un “danno erariale sia per la mancata acquisizione di entrate certe liquidi ed esigibili di pertinenza dello Stato sia perché a causa della mancata applicazione della norma ad essere frustrata o comunque compromessa” è “la finalità deflattiva di interesse pubblico sottesa alla mediazione obbligatoria”. 

 

Per tanto Marotta si è detto pronto ad essere ascoltato dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che dai magistrati della Corte dei Conti interessati con una lettera e che ha invitato ad intervenire sulla vicenda. 

La lettera di Marotta è dell’11 marzo scorso, pochi giorni fa. Sul profilo Facebook del presidente e sul sito di Assiom si da conto di un incontro avuto proprio dallo stesso legale e da una delegazioni di avvocati di Assiom con il ministro ed esponente del M5S l’1 marzo (Marotta è l’avvocato alla sinistra del ministro e l centro della foto). Chissà se nel colloquio si è discusso anche dei mancanti 20 milioni di euro e di che provvedimenti vorrà adottare il ministero per fare rientrare lo Stato delle eventuali perdite.

 

 

 

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