"Incontriamoci e così risolviamo problemi". Gli studenti rispondono a Di Maio
"Incontriamoci e risolviamo problemi". Gli studenti in agitazione, dopo il primo sciopero generale della scuola indetto dall’Unione degli Studenti, hanno diffuso un video in cui rispondono all'invito di Luigi Di Maio di incontrarsi al ministero. "Incontriamoci e risolviamo i problemi a partire dall'alternanza scuola lavoro - hanno affermato gli studenti - e poi affrontare il tema dei costi troppo elevati per gli Studenti. Saremo in mobilitazione permanente da lunedì".
'Sono contento, perché ieri non bisognava reagire a quella storia dei manichini bruciati facendo un sermone ai ragazzi... Sono tutte cose che non servono a niente. Gli ho fatto un invito e ho detto incontriamoci e mettiamoci al lavoro sulle cose che servono per cambiare la scuola. Sono contento che nel giro di meno di 24 ore mi hanno risposto con un video. Colgo questo invito di vederci subito. Se vorrete ci vedremo al ministero, le porte sono aperte a tutti, ma se volete possiamo anche vederci in una scuola in un'università, così ci possono essere più studenti, non solo dei delegati. Ovviamente, chiamo il ministro dell'Istruzione e veniamo insieme e parliamo con gli studenti...'', era stata infatti la risposta di Di Maio, in diretta Facebook durante il matrimonio di un amico in provincia di Bergamo, alle manifestazioni che hanno preso corpo in 50 città italiane e al video postato dagli studenti che ieri hanno manifestato per il diritto allo studio.
''Gli studenti -spiega il leader M5S- chiedono due cose su tutte: un codice etico per l'alternanza scuola-lavoro e hanno ragione, perché è il minimo; in secondo luogo, più soldi per il diritto allo studio, dalle borse agli alloggi. Dobbiamo fare tantissimo e possiamo farlo solo insieme. Alla fine del video che ho ricevuto un rappresentante della 'Rete della conoscenza' e della mobilitazione studentesca dice che dichiara lo stato di agitazione permanente. Va bene, io spero -dice Di Maio- che dopo il nostro incontro si possa anche dichiarare lo stato di partecipazione permanente con il quale scriviamo nella legge di bilancio quel che serve per la scuola e il diritto allo studio''.
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