20 marzo, giornata mondiale della felicità

Una giornata, il 20 marzo, per ricordarsi di un valore fondamentale: la felicità. La ricorrenza, istituita dall’Onu nello scorso luglio, vuole far dimenticare, almeno per un giorno, indicatori economici, PIL, povertà e tutto ciò che abbia un valore materiale. "Felicità è aiutare gli altri. Quando con le nostre azioni contribuiamo al bene comune, noi stessi ci arricchiamo. È la solidarietà che promuove la felicità".
Questo il messaggio del Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon. Già Robert Kennedy, nel 1968, in occasione di un incontro con gli studenti dell’Università del Kansas, aveva detto: "Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra compassione né la devozione al nostro Paese. Il Pil misura tutto eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta".
Secondo uno studio della Columbia University ai vertici della classifica per livello globale di soddisfazione della popolazione ci sarebbero i Paesi del Nordeuropea, economicamente più sviluppati. Ma gli economisti ci tengono a precisare: "Non è detto che entrate maggiori indichino necessariamente il benessere generale di un Paese". Insomma, la morale è: “I soldi non fanno la felicità”. Ache se, in questo periodo di crisi come questo, può sembrare una provocazione.