La lettera dei perché
La lettera dei perché.
Il mio nome è Alvise, ho quarantasette anni e da un anno sono disoccupato senza diritto ad ammortizzatori sociali. Durante le lunghe notti insonni arrovellate da pensieri su come riuscire a tirare avanti, pagare le utenze, l’affitto, sulla mia attuale situazione di persona priva di ogni mezzo di sostentamento, mi sono sorte parecchie domande e vorrei tramite la Sua gentile ospitalità, esporle in questa mia lettera dei “perché:
Perché, quando mando il mio curriculum a un’agenzia con la mia data di nascita originale e, cioè 1965, non sono mai richiamato e se ne mando uno con la data di nascita elegantemente decurtata di tre anni/quattro anni, vengo da solito ricontattato?
Perché, nonostante la mia ventennale esperienza lavorativa da manager non riesco a trovare uno straccio di lavoro?
Perché il comune di Udine non ha assunto il dirigente amministrativo bloccando di fatto ogni possibilità di accedere a qualsiasi tipo di contributo economico di solidarietà per le persone in difficoltà economiche?
Perché i politici regionali e nazionali così come i sindacati riempiono i loro discorsi con le parole “giovani e lavoro” più che legittime e condivise da tutti noi, ma cancellando, di fatto, la mia fascia di età, da ogni rappresentanza e tutela?
Perché sarò costretto a vivere letteralmente sotto un ponte, o per strada quando sarò sfrattato, anche se sono in graduatoria ed ho diritto a una casa ATER? Perché le istituzioni non aiutano le persone oneste, uomini e donne, che hanno sempre lavorato, pagato le tasse e fatto grande questa nostra Italia, che si trovano loro malgrado difficoltà, con atti concreti e non con sterili parole o ancor peggio con falsi proclami?
Perché tanti uomini e donne sono costretti, privi della dignità di un lavoro onesto, come me a sopravvivere e non a vivere? Perché quest’assoluto disinteresse da parte delle istituzioni alle problematiche di una grande fascia di popolazione, fa spingere le persone a dire: ” Non lo sopporto più capisci? Non lo sopporto più nemmeno per un altro giorno!E’ impossibile per me continuare. Non ce la faccio più! M’è più facile morire”
Perché?
Questi sono i miei perché, ma sono sicuro che saranno condivisi da centinaia, migliaia di persone in questo nostro paese. Vorrei poter unire i miei “perché” a quelli di altre persone che vivono la mia stessa situazione e chiedere una risposta alle istituzioni regionali, nazionali. Mi permetto di lasciare la mia e-mail pianialv@libero.it
Grazie dell’ospitalità
Alvise Piani