Messineo, il Csm archivia ma lo bacchetta

Francesco Messineo resta alla guida della Procura di Palermo. Il Csm, a larga maggioranza, ha infatti disposto l'archiviazione della pratica aperta nei confronti del magistrato, dicendo cosi' no al suo trasferimento per incompatibilita' ambientale.
Palazzo dei Marescialli, pero', 'bacchetta' il procuratore capo di Palermo, rilevando nella delibera approvata oggi in plenum, che non e' riuscito a "tenere unita la Procura, a fare squadra intorno a se'".
La delibera approvata oggi a maggioranza (sei voti contrari, provenienti dal gruppo di Area e dal togato indipendente Nello Nappi, mentre si sono astenuti il vicepresidente Michele Vietti e il presidente e il pg di Cassazione, Giorgio Santacroce e Gianfranco Ciani) prevede l'archiviazione della pratica con la contestuale trasmissione degli atti, pero', alla quinta commissione, competente sugli incarichi direttivi. L'intera vicenda, dunque, potrebbe avere un peso quando Messineo, terminato l'incarico a Palermo (dovrebbe scadere nel 2014) fara' domanda per un nuovo posto direttivo. Il Csm ha ritenuto che Messineo "non abbia perso la capacita' di esercitare con piena indipendenza e imparzialita' le funzioni di procuratore della Repubblica di Palermo", ma l'ufficio da lui guidato appare percorso "da forti contrasti, da reciproche diffidenze e dai sopite polemiche, che di certo ne affannano l'immagine, quando non rischiano di pregiudicarne l'operato".
Dopo sette anni di dirigenza dell'ufficio da parte di Messineo, la situazione nella procura siciliana, si legge nel documento approvato, "non puo' dirsi certo migliorata e sembra anzi attestare che il dottor Messineo non e' pienamente riuscito ad esserne elemento di coesione, a rappresentare quella efficace forza centripeta in grado di contrastare le spinte disgreganti, le differenze preconcette e le contrapposizioni personalistiche, che pregiudicano il rapporto tra il procuratore ed i suoi collaboratori e tra i collaboratori stessi, impedendo talvolta anche la necessaria circolazione delle notizie utili per un piu' efficace coordinamento delle indagini". Palazzo dei Marescialli, ad esempio, ricorda la "mancata cattura" del superlatitante Matteo Messina Denaro: nella preistruttoria condotta dalla prima commissione, in alcune audizioni era emersa una "carenza di coordinamento" che avrebbe avuto come conseguenza proprio la mancata cattura del boss. "Le spiegazioni e la documentazione offerte dal dottor Messineo - si legge nella delibera - inducono a ritenere che non vi fu alcun difetto di coordinamento con i suoi aggiunti, bensi' una scelta operativa del procuratore", decisione che "rientra pienamente nelle prerogative e nei doveri del procuratore capo" e che "puo' essere criticato e infatti lo fu e lo e' ancora, ma piu' che di patologico difetto di coordinamento - rileva il Csm - sembra corretto parlare di fisiologico difetto di consenso da parte di alcuni dei suoi procuratori aggiunti".