Cronache
Migranti, no all'espulsione per chi picchia la moglie. Sentenza Cassazione
Non è automatica l'espulsione di uno straniero condannato per maltrattamenti ai danni della propria moglie. La sentenza della Cassazione
Cassazione: non scatta espulsione se il migrante picchia la moglie
Non è automatica l'espulsione di uno straniero condannato per maltrattamenti ai danni della propria moglie. La sesta sezione penale della Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso di un cittadino marocchino, residente nel nostro Paese, condannato a 3 anni di reclusione per maltrattamenti e lesioni personali alla coniuge, che contestava anche l'applicazione della misura di sicurezza dell'espulsione dal territorio italiano emessa dal giudice nel suoi confronti. La Suprema Corte ha confermato la condanna inflitta all'imputato, sottolineando la "reiterazione delle condotte vessatorie e violente, sia di tipo fisico che verbale" raccontate dalla moglie con "numerosi ed univoci elementi di riscontro esterno", tra cui documenti di pronto soccorso dove era stata riscontrata sulla donna una contusione cranica con ematoma, nonché contusioni addominali quando si trovava alla 32esima settimana di gravidanza, dopo un'aggressione da parte del marito accertata dai Carabinieri. La donna, secondo la ricostruzione dei giudici del merito, era inoltre costretta a vivere in un "sostanziale stato di isolamento rispetto alla realtà esterna" e in una "situazione di costante assoggettamento e umiliazione" subendo fin dall'inizio del matrimonio "insulti, percosse e minacce, finanche - ricorda la Cassazione - di rimandarla nel Paese d'origine e di portarle via la figlia". I giudici di piazza Cavour hanno però accolto il punto del ricorso dello straniero relativo all'espulsione dall'Italia una volta espiata la pena: "l'espulsione dello straniero dal territorio dello Stato, nel caso di condanna alla reclusione per un tempo superiore a 2 anni - osserva la Corte - costituisce una misura di sicurezza personale di carattere facoltativo applicabile dal giudice solo nel caso in cui, con logica e congrua motivazione, abbia verificato la sussistenza in concreto della attualità della pericolosità sociale". Motivazione di cui, nel caso in esame, risulta carente, osserva la Cassazione, la sentenza impugnata. Per questo, i giudici della Corte d'appello di Milano dovranno ripronunciarsi sull'applicazione della misura di sicurezza.
"MIGRANTI CHE PICCHIANO O SEGREGANO LE MOGLI? NON POSSONO ESSERE ESPULSI"
"L'Italia si conferma il Paese del Bengodi per gli immigrati violenti o criminali", Lo afferma il sen. Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato. "Oggi la Cassazione boccia la richiesta di espulsione, da parte di un giudice, nei confronti di un marocchino, condannato a tre anni per reiterate violenze alla moglie e per averla costretta alla segregazione, in quanto la misura dell'espulsione è facoltativa e occorre verificare la pericolosità sociale del condannato. Per cui chi in Italia, violando anche le più basilari norme della nostra Costituzione, picchia, segrega e umilia la moglie, non va espulso in quanto non è automatico che sia pericoloso socialmente. Giusto, teniamoci stretti questi cittadini modello, è quello di cui abbiamo bisogno..."