Cronache
'Ndrangheta, 65 arresti in Calabria. Chiesto l'arresto di un senatore FI

'Ndrangheta, 65 arresti in Calabria: anche il neoconsigliere di FdI. "Holding" criminale moderna legata a riti antichi
'Ndrangheta: chiesto arresto senatore FI Marco Siclari
La Dda di Reggio Calabria ha chiesto l'autorizzazione all'arresto del senatore di Forza Italia Marco Siclari, nell'ambito dell'operazione "Eyphemos" della Polizia di Stato contro la cosca della 'ndrangheta Alvaro. Sessantacinque le persone arrestate fra le quali, ai domiciliari, il consigliere regionale di FdI Domenico Creazzo.
Per Siclari sono stati chiesti gli arresti domiciliari. Secondo gli inquirennti, in occasione delle lezioni politiche del 2018, quando fu eletto senatore, Siclari avrebbe raggiunto con gli Alvaro tramite un'altra delle persone coinvolte, Domenico Laurendi, "un accordo illecito funzionale allo scambio di utilità corrisposte dai candidati con il sostegno offerto dalla famiglia mafiosa". Un servizio di osservazione svolto dagli investigatori avrebbe documentato un incontro avvenuto il 28 febbraio 2018 , tenuto riservato, tra Laurendi e l’allora candidato, mediato dal medico Giuseppe Galletta. L’incontro, durato circa mezz’ora, si sarebbe svolto a Reggio Calabria, nella sede della segreteria politica di Siclari. Nel corso delle intercettazioni, Laurendi avrebbe chiesto ad un sodale, Natale Lupoi, di appoggiare politicamente Siclari. Il giorno delle elezioni lo stesso Laurendi si sarebbe impegnato a dare indicazioni ad alcuni elettori affinché esprimessero la loro preferenza per Siclari al Senato, definendolo “amico nostro”.
Siclari è risultato eletto senatore nel collegio uninominale n. 4 della Calabria con una percentuale del 39,59% dei suffragi, riuscendo ad ottenere a Sant'Eufemia d'Aspromonte 782 voti, pari al 46,10%, mentre nel limitrofo Comune di Sinopoli 435 voti, pari al 63,41%. In pratica, nei comuni di Sinopoli e Sant'Eufemia d’Aspromonte, roccaforti degli Alvaro, Marco Siclari ha conseguito una percentuale di voti ben più alta della media provinciale. Dopo il successo elettorale, tra maggio e giugno 2018, Laurendi si rivolse al parlamentare, sollecitando un suo intervento affinché una persona di suo interesse, parente di Lupoi, ottenesse il trasferimento nella sede di Messina di Poste Italiane. Cosa avvenuta lo scorso 17 febbraio "attraverso un articolato stratagemma - sottolineano gli inquirenti - emerso nel prosieguo delle indagini". Nel corso del 2019 il posto di lavoro a Messina per la dipendente di Poste Italiane che interessava a Laurendi era stato creato ad hoc, sostiene la Dda reggina, "evidentemente quale contropartita all’appoggio elettorale, non essendoci alcun bisogno di personale - si fa rilevare - per la qualifica ricoperta da quel soggetto prima che lo stesso presentasse domanda di mobilità".
'Ndrangheta: vasta operazione polizia a Reggio, 65 arresti
È scattata, alle prime ore di questa mattina, una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 65 ordinanze di custodia cautelare (di cui 53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari) emesse nei confronti dei capi storici, elementi di vertice e affiliati di una pericolosa cosca locale di ‘ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte, funzionalmente dipendente dalla potente cosca Alvaro. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, diversi reati in materia di armi e di sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violenza privata, violazioni in materia elettorale, aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta, nonché di scambio elettorale politico mafioso.
Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di di Palmi, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine e di diverse Squadre Mobili del Centro e Nord Italia, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni. Impiegati circa 600 agenti della Polizia di Stato. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 in questura a Reggio Calabria.
'Ndrangheta: arrestato sindaco neo consigliere regionale
C'è anche il sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Domenico Creazzo, neo eletto consigliere regionale, fra le 65 persone arrestate stamane dalla Polizia, su ordine della Dda reggina, nell'ambito dell'operazione Eyphemos". Secondo l'accusa, nel coltivare e realizzare il progetto di candidarsi e vincere le elezioni regionali del 26 gennaio scorso, si sarebbe rivolto alla ‘ndrangheta, e in particolare a Domenico Laurendi, elemento in grado di procacciare voti in cambio di favori e utilità grazie alle sue aderenze con figure apicali della cosca Alvaro, prima attraverso il fratello Antonino Creazzo, e poi direttamente, al fine di sbaragliare gli avversari politici. Creazzo è stato eletto nella lista di Fratelli d'Italia.
'Ndrangheta: arrestati vice sindaco e presidente consiglio Comune
La 'ndrangheta era riuscita a collocare propri membri all'interno dell’amministrazione comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte. E' quanto sostengono Polizia e Dda di Reggio Calabria. Stamane, nell'ambito dell'operazione "Eyphemos", sono stati arrestati il vice sindaco, Cosimo Idà, il Presidente del consiglio comunale, Angelo Alati, un consigliere comunale e un dirigente. Idà sarebbe artefice - secondo gli inquirenti - di diverse affiliazioni che avevano determinato un forte attrito con le altri componenti del "locale" di ‘ndrangheta eufemiese e l’alterazione degli equilibri nei rapporti di forza tra le varie fazioni interne all'organizzazione. E' accusato di essere capo, promotore ed organizzatore dell’associazione mafiosa.
Alati è ritenuto il "mastro di giornata" della cosca; il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Domenico Luppino, è indicato come referente della cosca in relazione agli appalti pubblici, mentre Domenico Forgione, detto “Dominique”, consigliere comunale di minoranza, avrebbe avuto il compito di monitorare gli appalti del Comune per consentire l’infiltrazione da parte delle imprese riconducibili alla cosca eufemiese.
'Ndrangheta: il clan Alvaro comandava anche in Australia
Gli esponenti di vertice del "locale" di 'ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) sedevano ai tavoli in cui venivano prese decisioni importanti che riguardavano il "locale" australiano. Alcuni di loro si sarebbero perfino recati in Australia per risolvere controversie legate alla spoliazione di un sodale che venne sanzionato per una trascuranza ma non espulso dai ranghi della mafia calabrese. E' uno degli aspetti emersi dall'operazione “Eyphemos” della Polizia di Stato nel corso della quale, dalle prime ore di questa mattina, nella provincia di Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino e Perugia sono stati eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di capi e gregari di un’articolazione della ‘ndrangheta reggina operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) in seno al mandamento tirrenico, alle dipendenze della potente cosca di Sinopoli (RC) facente capo alla famiglia Alvaro. Il clan ha anche una sua propaggine in Lombardia, nel Pavese, oltre che in Australia dove è presente un locale di ‘ndrangheta, dipendente direttamente dalla casa-madre calabrese degli Alvaro. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Polizia di Palmi. In tutto 65 i provvedimenti restrittivi eseguiti.
'Ndrangheta: "holding" criminale moderna legata a riti antichi
Una moderna "holding" criminale, capace di radicarsi nei settori socio-economici ed imprenditoriali anche attraverso l'infiltrazione negli apparati amministrativi, istituzionali e politici, ma sempre ancorata ai vecchi rituali. Così appare la 'ndrangheta secondo quanto emerge dall'operazione "Eyphemos" con cui stamane la Polizia ha colpito il "locale" di Sant'Eufemia d'Aspromonte, legato alla potente cosca Alvaro di Sinopoli (RC).
Nei summit monitorati dagli investigatori, gli indagati facevano riferimento alle cariche e ai gradi della 'ndrangheta usando termini come “santa”, “camorrista”, “vangelista”, “sgarrista”, “capo locale”, “contabile”, e partecipavano a cerimonie, come la formazione di un "banconuovo", la creazione di un nuovo "locale" a Sant’Eufemia d’Aspromonte con l’auspicata legittimazione del "Crimine" di Polsi e l’indipendenza dagli Alvaro che, tuttavia, secondo gli inquirenti, continuano a controllare Sant'Eufemia, forti dell’essere una grande cosca, anche se i diversi sottogruppi familiari (“Carni i cani”, “Pajechi”, “Merri”, “Pallunari”, Testazza” o “Cudalunga”) godrebbero di una certa autonomia programmatica e di azione.
'Ndrangheta: pistole, fucili e bazooka fra armi clan S.Eufemia
Pistole, fucili e anche un bazooka. L’ala militare del "locale" di 'ndrangheta di Sant'Eufemia d'Aspromonte, colpito stamane da 65 arresti eseguiti dalla Polizia, disponeva di armi ad elevato potenziale offensivo, in parte sequestrate nel corso delle indagini, a cui gli indagati facevano riferimento durante i dialoghi intercettati dagli inquirenti. A loro era stata commissionata anche la fabbricazione di un ordigno esplosivo da parte di alcuni esponenti del clan Gallico di Palmi (RC) che intendevano utilizzarlo per distruggere o danneggiare gravemente l'abitazione storica loro confiscata e destinata ad ospitare la nuova sede del Commissariato di Polizia del luogo.