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Cronache
Omicidio Pamela, a rischio la testimonianza chiave contro Oseghale
Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa a Macerata

Processo Pamela: giallo sulla testimonianza del pentito Marino contro Oseghale

Comparira' domani, davanti alla Corte d'assise di Macerata, uno dei testimoni chiave nel processo a carico di Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver usato violenza contro Pamela Mastropietro, 18enne romana, e poi di averla uccisa e sezionato il suo corpo per lasciarlo in due trolley alla periferia di Pollenza. Il teste Vincenzo Marino, un ex 'sgarrista di sangue' appartenente ai clan Vrenna-Bonaventura della 'ndrangheta crotonese, oggi collaboratore di giustizia, per due settimane compagno di cella del nigeriano nel carcere di Marino del Tronto. Secondo indiscrezioni, alla vigilia del processo il pentito avrebbe detto di non voler piu' testimoniare perche' sarebbe venuto meno il regime di protezione per se stesso e la sua famiglia. In ogni caso, domani Marino sara' regolarmente tradotto dal carcere di Pescara, dove e' detenuto, ma venendo a mancare le forme di protezione, non e' certo che possa confermare quanto gli avrebbe detto Oseghale. Quel che e' certo e' che, la scorsa estate, alla vigilia della chiusura delle indagine sulla morte di Pamela, il 42enne crotonese chiese e ottenne di incontrare il capo della procura di Macerata, Giovanni Giorgio, al quale rese una lunga dichiarazione, che e' comunque agli atti del processo. Secondo il pentito - che per i difensori di Oseghale "e' inaffidabile" - Oseghale gli avrebbe confessato di aver ucciso la 18enne romana perche' si era rifiutata di avere un rapporto a tre, con lui e il connazionale Desmond Lucky (prima sospettato dell'omicidio e poi uscito dall'inchiesta principale, ma il gip non ha ancora archiviato la sua posizione, ndr.), e perche' aveva minacciato il suo presunto aguzzino di chiamare i carabinieri. Il racconto di Marino, pero', si sarebbe spinto anche oltre: "Oseghale mi ha confidato di essere uno dei capi della mafia nigeriana in Italia", ha detto il pentito al procuratore, "di essere il collegamento tra le bande criminali che operano a Padova e Castelvolturno e di avere un ruolo nella ricerca di persone per gestire lo spaccio di droga e la prostituzione".

Processo Pamela, rischia di saltare la testimonianza chiave contro Oseghale

Vincenzo Marino e' uno dei 33 testimoni dell'accusa e le confidenze che ha ricevuto da Oseghale e raccontate al procuratore Giorgio sono state confermate il 31 gennaio scorso dalla moglie, durante la trasmissione 'Storie italiane' su Rai1. L'avvocato Umberto Gramenzi, uno dei due difensori del nigeriano si e' detto "sorpreso" dal fatto che il pentito "sia diventato il testimone piu' importante e viene ascoltato per primo", invece che nelle udienze successive, "a corroborare la tesi dell'accusa". "Sulla sua attendibilita' e credibilita' dubitiamo fortemente", ha ribadito oggi Simone Matraxia, l'altro difensore di Oseghale. "E, comunque, la sua testimonianza potrebbe avere una validita' probatoria sulla violenza sessuale e non certo in relazione alla morte di Pamela". Secondo l'accusa, il decesso sarebbe stata causato dalle coltellate che il nigeriano avrebbe inferto al fegato della vittima, mentre per Oseghale sarebbe conseguenza di una overdose di eroina. Domani alle 9, l'unico imputato della morte di Pamela Mastropietro, sara' regolarmente in aula. La seconda udienza a suo carico, davanti alla corte d'assise di Macerata, si aprira' con le testimonianze di otto carabinieri, che hanno operato alle prime indagini. Quindi, sara' chiamato Vincenzo Marino, tradotto dal carcere di Pescara dove e' stato trasferito la breve parentesi in compagnia di Oseghale. La difesa del nigeriano chiamera' a sua volta tre detenuti del carcere Marino del Tronto, "che smentiscono le rivelazioni del pentito".

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