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Cronache
Palermo, mazzette alla motorizzazione. 21 misure cautelari per corruzione

Palermo, 21 misure cautelari alla Motorizzazione per corruzione

Grande scandalo di corruzione alla Motorizzazione Civile di Palermo, dove da mesi le immatricolazioni delle auto straniere crescevano in modo costante. Un flusso anomalo di nuove registrazioni osservato dagli agenti della polizia stradale e che ha portato alla maxi "retata" di oggi 28 febbraio con 21 arresti, di cui otto tra funzionari e 13 responsabili di agenzie di disbrigo pratiche. In tutto sono 42 le persone indagate per 187 capi di imputazione, tra cui corruzione, accesso abusivo a un sistema informatico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. I funzionari, in sostanza, avrebbero intascato un fiume di tangenti perché chiudessero più di un occhio per sbrigare centinaia di pratiche e nazionalizzare auto estere. Nelle nazionalizzazioni, le pratiche sarebbero state perfezionate senza che la documentazione fosse completa o regolare, i collaudi di tali veicoli, benché obbligatori, non sarebbero stati effettuati, i duplicati di carte di circolazione sarebbero stati emessi al fine di modificare i dati dei veicoli, in assenza dei requisiti previsti dalla norma. Di particolare gravità erano gli omessi collaudi, in quanto diretti alla verifica della efficienza e regolarità dei veicoli, la cui mancata effettuazione poneva potenzialmente a rischio la sicurezza della circolazione stradale, come per esempio nel caso della mancata revisione degli impianti a gas dei veicoli a motore.

Palermo, scandalo mazzette nelle cartelle della Motorizzazione per accelerare le pratiche

L’attività di indagine condotta dalla Polizia Stradale ha preso le mosse dall’attività di monitoraggio e repressione del fenomeno del riciclaggio di autovetture ed in particolare attraverso l’analisi delle pratiche di nazionalizzazione (immatricolazione dei veicoli provenienti dall’estero) evase dalla Motorizzazione di Palermo.

Secondo la stradale, le pratiche sono passate dalle 7.740 del 2016 a 20.465 nel 2019; ad insospettire gli inquirenti non era solo l’improvvisa impennata di produttività degli uffici, ma il fatto che almeno l’80% degli intestatari delle auto fossero residenti fuori la provincia di Palermo e che "la quasi totalità di tali pratiche fosse stata commissionata da un ristretto numero di agenzie palermitane – spiega il comunicato della polizia stradale – che di fatto hanno esercitato una sorta di monopolio del fiorente mercato delle nazionalizzazioni, falsando in tal modo il libero mercato a danno delle altre agenzie concorrenti". Le mazzette venivano piazzate direttamente nelle cartelle delle pratiche, che i responsabili delle agenzie portavano agli uffici della motorizzazione, che a quel punto tralasciavano eventuali irregolarità e approvavano senza troppe storie le immatricolazioni.

Nel fascicolo di indagine sarebbero stati raccolti almeno 60 casi relativi a circa 100 veicoli immatricolati. Un traffico che avrebbe fruttato ai funzionari almeno 35mila euro, messi sotto sequestro dal gip.

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