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Cronache
Papa Francesco contestato da venti ex Capi di Stato

Papa Francesco ha ricevuto una lettera da parte di venti ex Capi di Stato sudamericani riguardante il suo discorso natalizio sul Venezuela (e sul Nicaragua).

I firmatari sono:

Oscar Arias, Costa Rica; Nicolás Ardito Barletta, Panamá; Enrique Bolaños, Nicaragua; Alfredo Cristiani, El Salvador; Felipe Calderón, México; Rafael Ángel Calderón, Costa Rica; Laura Chinchilla, Costa Rica; Fernando De la Rúa, Argentina; Vicente Fox, México; Eduardo Frei, Chile; César Gaviria T., Colombia; Osvaldo Hurtado, Ecuador; Luis Alberto Lacalle, Uruguay ;Jamil Mahuad, Ecuador; Mireya Moscoso, Panamá ; Andrés Pastrana A., Colombia; Jorge Tuto Quiroga, Bolivia; Miguel Ángel Rodríguez, Costa Rica; Álvaro Uribe V., Colombia; Juan Carlos Wasmosy, Paraguay.

Aveva detto il Pontefice:

“Questo tempo di benedizione consenta al Venezuela di ritrovare la concordia e a tutte le componenti sociali di lavorare fraternamente per lo sviluppo del Paese e per assistere le fasce più deboli della popolazione”.

A questo punto però, è partita la protesta da parte di IDEA (Iniziativa democratica di Spagna e Americhe) in cui si riconoscono gli ex Presidenti dei Paesi Latino americani.

Papa Francesco, fin dall’inizio del suo pontificato, è stato molto attento alla vicenda venezuelana ed ha addirittura invitato Nicolás Maduro in Vaticano, inviando alti prelati a Caracas ed attivando la fitta rete vescovile che innerva l’Amarica Latina e che ha un contatto diretto con la popolazione locale in grande maggioranza cattolica.

Ha poi dato mandato al Segretario di Stato Pietro Parolin (che era nunzio proprio in Venezuela fino al 2013) di fare di tutto per risolvere la crisi.

L’iperattivismo d’Oltretevere è stato interpretato dagli ex Capi di Stato come una ingerenza del Papa e un pericoloso appoggio ad un regime considerato dittatoriale.

Scrivono quindi (riferendosi anche al caso del Nicaragua):

“Le espressioni di Sua Santità che sappiamo essere in buona fede e dettate dal suo spirito di pastore, possono essere interpretate anche in modo negativo per la maggioranza dei venezuelani e nicaraguensi. Soprattutto quando esiste, attualmente, in entrambi i Paesi, un disaccordo politico che reclama tolleranza e comprensione, tra forze discorsi e narrative distanti, all'interno di un quadro ben poco democratico» dove la menzogna è elevata a sistema, dove non c'è libertà di stampa, anzi, dove le voci difformi rischiano il carcere e le persecuzioni e spesso pure la morte come consta agli organismi americani ed europei di diritti umani”.

I firmatari chiudono poi la missiva con l’auspicio di un invito in Vaticano in “circostanze propizie”.

È chiaro ormai che ci sia un fronte di contestazione a Francesco sia a livello di conduzione della Chiesa universale che a livello dottrinale che politico.

Gli scandali sessuali (omosessualità e pedofilia) proseguono incessanti come quelle finanziari.

Il quadro che va emergendo è infatti quello di un Papa molto interessato alle questioni terrene e lontano quindi, di fatto, dall’apparente adesione agli ideali del Concilio Vaticano II.

 

 

 

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