Migranti, la Polizia: ha ragione Minniti, bomba sociale che sta per esplodere
La Consap, il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia, interviene sull'aggressione del conducente dell'autobus di Parma ad opera di un migrante
"Una bomba sociale pronta ad esplodere". "Basta con l'ipocrisia e gli appelli del tipo 'aiutiamoli scappano da guerra e fame'”. E ancora: "Stop all’invasione incontrollata dell’Italia". Forti del loro essere "veri e propri terminali del malessere sociale sul territorio", i poliziotti italiani sbottano dopo i fatti di Parma, in cui un conducente di autobus è stato pestato da un migrante africano sui vent'anni ed è finito all'ospedale con una settimana di prognosi. Un episodio che è finito in rete perché filmato e postato su Facebook da una persona che si trovava sul bus.
I toni del comunicato emesso dal Consap, il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, sono molto duri: accusano la politica e chiedono un cambio di rotta nelle politiche di gestione dei flussi migratori, richiamando e definendo concreto "il rischio di tenuta della democrazia" citato dal ministro dell'Interno Marco Minniti due giorni fa a Pesaro alla festa dell'Unità.
“E’ inaccettabile che non passi un giorno in cui, nel nostro Paese, cittadini e forze dell’ordine non subiscano violenze e soprusi dalle incontrollate “risorse” che bivaccano nelle nostre città con sempre più pretese ed arroganza”, tuona Stefano Spagnoli, segretario nazionale Consap. “Tanto a noi non fanno nulla”! Questa la frase che alcuni testimoni dicono di aver sentito", aggiunge Spagnoli, commentando sempre il violento pestaggio di Parma. "Il pover’uomo è stato letteralmente massacrato a calci e pugni soltanto per essersi permesso di suonare il clacson al fine di far spostare il gruppo di irregolari seduti in terra a bivaccare e poter ripartire. Oltre a fare paura, le immagini che girano sul web - aggiunge - fanno inorridire. Il tutto è avvenuto a Parma ,in quella che fu (come la maggior parte delle città italiane) una tranquilla città di provincia, ricca e benestante. Ma possibile che il Governo non si renda conto di quanto sia grave la situazione immigrazione in Italia – prosegue il segretario nazionale – un’immigrazione totalmente fuori controllo con migliaia di persone sul territorio non identificate che sempre più spesso si rendono protagonisti di prepotenze e violenze e che poi fruendo delle infinite garanzie del fallace sistema giudiziario italiano, rimangono impuniti. Anche il vice ministro della giustizia polacco, Patryk Jaki, con le sue affermazioni sui fatti di Rimini, ha dimostrato di quanto, anche all’estero, ci sia la consapevolezza di come l’Italia, per la criminalità in generale e per gli immigrati, sia il paese del Bengodi".
Il video dell'aggressione a Parma
"Da tempo denunciamo - continua ancora Spanoli - la perdita del controllo dell’immigrazione nel nostro Paese perché, piaccia o non piaccia, noi poliziotti siamo dei veri e propri terminali del malessere sociale sul territorio ed abbiamo, pertanto, più di chiunque altro, la percezione reale della potenziale bomba sociale pronta ad esplodere. Ritengo – conclude il segretario della Consap - che sia giunto il momento, per il bene stesso del nostro consorzio sociale, di accantonare una volta per tutte, ipocrisia e solidarietà che spesso diventano “vincoli di appartenenza” e anche….. qualcos’altro. Basta con gli appelli del tipo “aiutiamoli scappano da guerra e fame”, quando per il 90 % di coloro non è assolutamente così. Basta con questa aristocrazia della politica, che si arroga il diritto di decidere su questioni fondamentali in dissenso con la maggior parte dei cittadini italiani e che delegittima ogni giorno di più le forze dell’ordine. E’ necessario che la politica prenda atto che l’invasione incontrollata dell’Italia da parte di centinaia di migliaia di immigrati ha ormai determinato sul territorio situazioni di pericolo quotidiano per i cittadini che sarà sempre più complicato contenere se non saranno intraprese iniziative legislative che consentano espulsioni più certe e più rapide e che permettano custodie preventive in carcere per chi delinque, altrimenti il timore rappresentato dal ministro Minniti, di un possibile rischio della tenuta democratica del paese è veramente concreto e noi, tra l’altro, lo denunciamo già dal 2014”.