Cronache
Pioggia di multe sui Comuni per una norma mai applicata
Due milioni di sanzioni da parte dell’Istat. La rivolta dei sindaci
Una pioggia di multe di quasi due milioni di euro sui Comuni italiani per una legge mai applicata, vecchia di trent’anni e superata da 17 anni da una nuova norma e dall’avvento delle nuove tecnologie. L’Asmel, l’associazione italiana per la modernizzazione degli enti locali che unisce oltre 2200 enti locali di tutto il Paese, però non ci sta e chiama i Comuni alla rivolta giudiziaria. Lo fa con una lettera indirizzata ai sindaci convocati a Napoli al Forum degli Enti locali. “Da tutt’Italia riceviamo segnalazioni di sindaci raggiunti da raccomandate Istat che contestano la violazione dell’art. 7 del D.lgs. 322/1989 per aver “omesso di fornire i dati e le notizie richieste sulla rilevazione statistica sui permessi a costruire”.
La norma è vecchia di quasi trent’anni (28 anni per la precisione) e prevede l’irrogazione di multe, pari a poco più di mille euro. Ma non aveva mai trovato applicazione. Secondo l’Asmel, sono circa 1500 i Comuni italiani finora coinvolti. “I numeri sono però destinati ad aumentare e nel frattempo siamo già ad una richiesta complessiva che supera il milione e mezzo di euro e viaggia verso i due milioni”, dichiara il segretario generale di Asmel, Francesco Pinto, che nella lettera aperta agli amministratori comunali ricostruisce minuziosamente i fatti. “Il dlgs 322/1989 istituisce il Sistan, Sistema Statistico Nazionale, basato su una stretta cooperazione tra Istat, Pubblica amministrazione centrale ed Enti locali. Il provvedimento, al già citato art. 7, prevede sanzioni per enti pubblici e privati non rispondenti. Gli anni passano, la tecnologia cambia e nel frattempo, il 18 agosto 2000, entra in vigore il Tuel, il Testo Unico degli Enti locali e con esso l’art. 12 sui sistemi informativi e statistici.
La nuova norma stabilisce che Comuni e Istat debbano dialogare attraverso sistemi informativo-statistici automatizzati, demandando le misure attuative in sede di Conferenza Unificata Stato-Città ed autonomie locali. Ma i 17 anni trascorsi non sono sufficienti a partorire queste misure attuative, nonostante la Conferenza Unificata sia da sempre presidiata dall’Anci che dovrebbe preoccuparsi della piena applicazione dei principi del Tuel nell’interesse dei Comuni. Così, dopo 17 anni di inerzia, si giunge al paradosso: l’Istat decide di ripescare le sanzioni dell’art. 7, finora mai applicate. E guarda caso l’attuale versione del famigerato art. 7 sancisce che i proventi delle sanzioni amministrative confluiscono in un apposito capitolo del bilancio dell'istituto. Allora viene facile da supporre l’interesse di fare cassa, sulle spalle dei Comuni da parte della Pubblica amministrazione centrale”.
Da qui la chiamata di Asmel alla rivolta giudiziaria. “In attesa di una soluzione parlamentare del problema -conclude Pinto nella lettera ai Sindaci- forniremo anche in questo caso il gratuito patrocinio ai Comuni vessati da questa incredibile multa. Un paradosso della burocrazia arretrata dello Stato centrale che colpisce le istituzioni più vicine ai cittadini. Proprio quelle pastoie della burocrazia che di recente il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone ha individuato come la principale causa della diffusione della corruzione.
