Cronache
Pista ciclabile del Lungotevere di Roma, scandalo fake: viene rifatta com'era
La foto postata dal M5S Paolo Ferrara mostra un fotogramma de La Grande Bellezza che fa vedere la ciclabile nel 2013: l'asfalto era già là
Da giorni si discute del "caso" della colata di asfalto stesa sulla pista ciclabile del Lungotevere di Roma. Si tratta di un abbaglio collettivo, quello scandalo è un fake. Si è steso asfalto nuovo in un punto in cui già c'era, poi è stato ricolorato per ridargli la tonalità originale.
I social vivono di velocità. E la velocità può essere utile, ma a volte può trarre in inganno. Specie quando si combina, come spesso accade on line, con una singola foto che crea lo scandalo. Ma come ammoniva Antonio Tabucchi in Notturno indiano: "Méfiez-vous des morceaux choisis", "Diffidate dei pezzi scelti" perché un singolo particolare catturato nella staticità dell'immagine può falsare la realtà. Stavolta sembrava che la giunta Raggi ne avesse combinata un'altra delle sue: una lingua di asfalto più scura buttata là a deturpare un tratto del Lungotevere. Ci è caduto anche Carlo Calenda, per dire, e prima di tutti. Ma sul web il "caso" è stato sgonfiato da un po', anche da parte di pagine non schierate (sicuramente non con Virginia Raggi) come Roma fa Schifo.
E capita persino che sia Paolo Ferrara, il consigliere capitolino M5s già noto per la passata di Photoshop sul tombino di ghisa, a togliere carburante all'indignazione collettiva. Ferrara posta sulla sua pagina Facebook un fotogramma de La Grande Bellezza (film del 2103), in cui Toni Servillo/Jep Gambardella passeggia sulla ciclabile del Tevere: e si vede che l'asfalto c'era già. Ora, bisognerebbe capire se sia lo stesso tratto del Lungotevere, ma il messaggio è chiaro: non c'è alcuna "invenzione" dell'ultimo minuto a proposito dell'asfalto, che sulla ciclabile è da tempo ampiamente presente. E nel frattempo, nel punto incriminato, è stato ricolorato riconsegnandogli la tonalità originale. Semplice manutenzione ordinaria. La morale della favola è evidente: nessuno è immune agli abbagli, soprattutto su internet (ma, se vogliamo, una seconda morale è che è difficile sfuggire alla propria fama).