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Cronache
Cna, proroga delle revisioni auto, 25mila addetti del settore a rischio

L’Italia è l’unico Paese che non ha rinunciato alla possibilità di proroga delle revisioni, con grave danno per la sicurezza stradale e per la tenuta economica della filiera.A pesare sull’attività dei centri di revisione, c’è lo slittamento al 31 ottobre 2020 della revisione dei veicoli da sottoporre a verifica entro il 31 luglio. A questa proroga, introdotta dal Cura Italia, potrebbe ora aggiungersi quella prevista dal Regolamento Ue che consente agli Stati membri di prorogare di sette mesi la revisione dei veicoli. Un rischio da scongiurare, secondo la Cna, che ha infatti chiesto ai ministri competenti di non applicare il Regolamento.

“E’ fonte di grave imbarazzo tra gli operatori che l’Italia sia il solo Paese a non avvalersi della possibilità di non applicare il regolamento europeo. Oltre a ciò, occorre assolutamente rimettere in moto da subito le revisioni dei veicoli”, invoca Luciano Castellin, presidente dell’Unione Servizi alla Comunità di Cna Lombardia.

In realtà, non si tratta solo di non ridurre sul lastrico – in molti chiuderanno i battenti – moltissimi dei 9 mila centri presenti nel Paese, per un totale di 25 mila addetti. Il problema è anche la sicurezza stradale. “E’ una situazione singolare. Nel nostro Paese si mettono giustamente in atto misure di contrasto ad una pandemia, ma contemporaneamente non ci si preoccupa di un buco di 2 milioni di revisioni con evidenti impatti sulla sicurezza esul numero delle vittime degli incidenti stradali”. Chiosa il segretario di Cna Lombardia, Stefano Binda.

“Sarebbe opportuno che Governo e Motorizzazione civile intervenissero e riferissero quanto meno lo stato della situazione - prosegue Luciano Castellin - perché la situazione è grave sul piano delle economie della filiera e molto preoccupante su quello della sicurezza degli automobilisti. Non siamo in assoluto lontani dal valutare una richiesta di risarcimento danni in quanto i contatti istituzionali in corso, senza dubbio utili, non hanno tuttavia saputo al momento fornirci scenari rassicuranti. E la situazione sta diventando insostenibile”.

I dati CNA sono molto preoccupanti. Al 30 giugno 2020, risultano mancare all’appello 1.971.522 revisioni, con mancati introiti per complessivi 131.855.391 euro, di cui 20.148.955 di mancato gettito erariale (Iva).

Ufficio stampa CNA Lombardia

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