A- A+
Cronache
Raggi, Di Maio e le piroette sul Giubileo e l'Expo a Roma. Come si cambia

di Andrea Catarci*

Era settembre 2016 quando la Sindaca Raggi, in coerenza con quanto affermato in campagna elettorale, ribadiva il suo no alla candidatura olimpica. Di Maio era con lei ma sembra passato un secolo: all'orizzonte ci sono Giubileo e (forse) Expo, e già si notano le piroette del M5S.

Nel farlo Raggi sottolineava l’inutilità delle mega kermesse; denunciava la pericolosità di esse nel contesto romano, segnato da speculazione e commistioni tra politica, istituzioni e malaffare; riteneva prioritario concentrarsi sulla quotidianità malandata, fatta di strade-groviera, aree verdi abbandonate, cumuli di rifiuti e trasporti immobili. Il ministro Di Maio sosteneva la posizione della prima cittadina, precisando come l'Olimpiade non fosse certo una priorità. Erano i tempi in cui ci si divideva tra coloro che davano ragione al M5s, essenzialmente per timore della speculazione, coloro che stavano in mezzo e volevano vedere il bicchiere mezzo pieno sperando comunque in un miglioramento della qualità urbana, coloro che vedevano nel rifiuto alla più prestigiosa delle manifestazioni un'occasione mancata per la città. Nel tempo soprattutto i secondi sarebbero rimasti fortemente delusi.

Sono infatti venuti 5 anni pesanti per Roma, con tanti disastri combinati dalla giunta M5s non solo sui terreni che avrebbero dovuto essere di interesse prioritario, quella qualità della vita che è peggiorata e non migliorata, sia guardando alla cura di verde, strade, istituti scolastici, edifici pubblici che alle performance su servizi fondamentali come trasporti e rifiuti. La questione sociale è diventata ancor più esplosiva, tra povertà, solitudini, precarietà di reddito e lavoro, servizi in ritirata; l’economia è precipitata, con l’aggravarsi della crisi delle aziende pubbliche e la fuga di molte imprese private; l’urbanistica è stata ridotta a buchi nell’acqua come lo stadio, a immobilismo nella pianificazione e a pratiche servili verso gruppi di interesse; lo sport è stato derubricato dall’agenda politica e così via. Alla fine ci si è messa pure la pandemia, arrivata ad assestare il classico colpo di grazia. La Sindaca, ricandidata alle elezioni di ottobre 2021, si è venuta a trovare nella spiacevole situazione di chi, non avendo risultati decenti da esibire, deve inventare una strategia di sana pianta, oltre che lavorare di propaganda.

E così ecco Raggi e Di Maio cambiare maschera ed esaltare gli effetti salvifici di 2 grandi eventi, uno certo, come il giubileo 2025, l’altro possibile, come Expo 2030. Il Ministro ha assicurato l’appoggio della Farnesina e della sua rete di ambasciate, “pronte a fare la loro parte per promuovere la candidatura di Roma a Expo 2030”, mentre la Sindaca ha parlato di “una citta su cui investire, in cui investire”, davanti a una platea di industriali e a quel presidente del Coni Giovanni Malagò a cui nel 2016 aveva negato persino un appuntamento. Ha rivendicato di aver rimesso ordine sulle macerie lasciate da Mafia Capitale e di aver fatto pulizia in Campidoglio, al punto da poter guardare con fiducia al futuro per i fondi del Next Generation Eu, la smart city, il Giubileo 2025 e l’Expo 2030.

Incredibile, per vari ordini di motivi! Primo, perché a Roma Capitale, proprio per lo scarso lavoro di progettazione e fattibilità svolto dall’amministrazione nell’era Raggi, il recovery plan ha riconosciuto solo 500 milioni a fronte dei 25 miliardi richiesti: restano i bandi a cui partecipare e che si potrebbero vincere, cosa che però dipenderà dalla prossima amministrazione. Secondo, perché nella consiliatura grillina di smart city - cioè di una città intelligente che faciliti la vita della cittadinanza in particolare attraverso le nuove tecnologie - si è visto poco e niente, chiacchiere fumose, un sito rifatto e costoso, una comunicazione politica - del M5s e della Sindaca - sovrapposta e confusa con la comunicazione istituzionale. Terzo, perché credere di aver moralizzato il sistema Campidoglio dopo aver affidato ruoli di primo piano ai Marra e ai Lanzalone è possibile solo nel fantastico mondo di Raggilandia: nella realtà viene da pensare che, visto che si temeva di non essere sufficientemente bravi da gestire le olimpiadi su un crinale etico accettabile, anche per Giubileo ed Expo non ci sia da dormire sonni tranquilli…

Riuscire a districarsi tra gli spericolati cambi di posizione di singoli e realtà organizzate è già un problema in sé: giurare e spergiurare sulla fedeltà al partito con cui si viene eletti per poi accasarsi altrove o sull’impossibilità di collaborare con un avversario per poi farci un governo insieme sono diventati comportamenti di cui non si era mai abusato tanto nella storia del nostro paese. In tema di capovolte complete, maestri indiscussi si sono rivelati proprio gli esponenti del M5s, la forza che avrebbe voluto portare un cambiamento radicale di cultura politica e che ha finito per essere il perno degli ultimi 3 esecutivi nazionali che si sono avvicendati, diversi l’uno dall’altro.

Raggi e Di Maio ne sono personalità di prim’ordine e sfoderano un trasformismo spericolato anche per la sfida di Roma. Smascherarlo per quello che è, pura finzione senza reale progettualità, è uno dei compiti della coalizione democratica e progressista che si candida per il Campidoglio. L’altro è accumulare, passando per le primarie del 20 giugno, la forza d’urto sufficiente a battere pure le destre oltre al M5s.

                                                      *Andrea Catarci, coordinatore del Comitato scientifico di Liberare Roma

Commenti
    Tags:
    raggidi maiogiubileoexporoma
    Iscriviti al nostro canale WhatsApp





    in evidenza
    Tra gli uomini più invidiati del momento: ecco chi è il marito manager di Annalisa

    Ritratto di Francesco muglia

    Tra gli uomini più invidiati del momento: ecco chi è il marito manager di Annalisa

    
    in vetrina
    Affari in rete

    Affari in rete





    motori
    Mercedes Celebra 100 Anni dalla Vittoria alla Targa Florio

    Mercedes Celebra 100 Anni dalla Vittoria alla Targa Florio

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.