Raoul Bova vince il primo match contro Corona: il Garante e Google oscurano i canali social di “Falsissimo” e i contenuti che hanno violato la privacy dell’attore - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 08:09

Raoul Bova vince il primo match contro Corona: il Garante e Google oscurano i canali social di “Falsissimo” e i contenuti che hanno violato la privacy dell’attore

Intanto la Procura corre veloce. C’è il primo indagato per tentata estorsione

di Gabriele Parpiglia

Caso Bova, il Garante ribadisce che la rete non è una zona franca, ma uno spazio in cui le regole valgono e vanno fatte rispettare

La battaglia legale tra Raoul Bova e Fabrizio Corona segna un punto fermo a favore dell’attore nella zona illecita del “Far Web”. Come avevamo anticipato qui su Affaritaliani il Garante per la protezione dei dati personali, dopo le segnalazioni e le denunce avanzate dall’avvocato Annamaria Bernardini de Pace e dalla brava Violante Di Falco in difesa del suo assistito, insieme con i legali di Google che gestisce la piattaforma Youtube dove è stato mandato in onda “Falsissimo” - Diavoli e Tentatori - la prima parte della durata di venti minuti circa e Meta che gestisce la piattaforma Instagram con i conseguenti Reel da lancio; rigonfi sempre degli stessi audio rubati; avevano disposto la rimozione immediata dei contenuti diffusi da Corona e l’abbattimento dei suoi canali social collegati al format Falsissimo. Notizia di poche ore fa, i canali o meglio i video contenti i reati incriminati sono stati abbattuti con una velocità impressionante che forse apre una luce nel mondo del “Far Web”.

L’Autorità ha infatti accertato la diffusione illecita di dati sensibili e di materiale lesivo dell’immagine e della reputazione di Bova, in aperta violazione della normativa sulla privacy. I contenuti erano stati caricati e condivisi su piattaforme come Instagram, TikTok, YouTube, Facebook e Telegram, oltre a essere rilanciati in trasmissioni televisive e su alcuni quotidiani online. Anche nelle altre piattaforme c’è stato lo stop e l’abbattimento delle violazione messe a disposizione del popolo del web che ha sorriso e sputtanato l’attore, fregandosene dei reati commessi.

L’elenco degli URL segnalati allo stesso Garante è lungo e dettagliato: si tratta di video e post nei quali Corona, senza alcun titolo né autorizzazione (inutile appellarsi al diritto di cronaca, ndr), divulgava conversazioni private, insinuazioni e contenuti a pagamento, arrivando perfino a monetizzare su piattaforme esterne. Una condotta ritenuta gravissima, non solo sotto il profilo della violazione dei dati personali, ma anche per la strumentalizzazione mediatica e il tentativo di lucro a danno dell’attore e del suo difensore. E anche qui ci risulta sia in corso una nuova indagine.

Il provvedimento del Garante, insieme con i leggo di Google, hanno portato alla rimozione dei contenuti e alla sospensione dei canali incriminati, inibendo di fatto la possibilità di proseguire la campagna diffamatoria. Meta, Google, TikTok, X Corp. e le altre società coinvolte sono state formalmente destinatarie della decisione e hanno accettato e condiviso la scelta del Garante, con l’obbligo di eseguire immediatamente la cancellazione delle pubblicazioni.

"È una vittoria non solo personale, ma di principio – sottolinea l’avvocato Bernardini de Pace – perché riafferma il diritto alla privacy, al decoro e alla verità in un’epoca in cui i social vengono usati per distruggere la reputazione delle persone”. Con questo intervento, la vicenda segna una svolta: Raoul Bova ottiene per il momento una vittoria piena contro Corona, e il Garante ribadisce che la rete non è una zona franca, ma uno spazio in cui le regole valgono e vanno fatte rispettare. Intanto la procura corre veloce. C’è un indagato per tentata estorsione, non è Corona, il nome formalmente è ignoto ma le strade portano tutte verso un unico soggetto. Vi teniamo aggiornati. 

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