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Cronache
Scontro Sallusti-Scurati: "Critichi la Dx ma sei ossessionato da Mussolini"
Alessandro Sallusti e Antonio Scurati

Lite a Otto e Mezzo da Lilli Gruber, il duro scontro tra il direttore di Libero Sallusti e l'autore Antonio Scurati. L'analisi 

Qualche giorno fa si è assistito a “Otto e Mezzo”, da Lilli Gruber, ad un duro scontro tra Alessandro Sallusti, direttore di Libero, e Antonio Scurati autore di una fortunata serie di libri su Benito Mussolini.

Subito la discussione si è spostata sulle elezioni con uno scambio di battute che degenera in una vera e propria lite.

Scurati dice che dove governa la destra sono calpestati i diritti civili come nelle Marche dove non è applicata la legge sull’aborto. Al che Sallusti parla di fake news e Scurati di rimando: "Le fake news sono la sua specialità". "Abbassa le arie, sei ossessionato da Mussolini”. Sallusti parla dei rapporti di Giorgia Meloni con Viktor Orban: “È molto facile parlare di Ungheria anziché di Italia, la coalizione che secondo i sondaggi guiderà il Paese lo ha già fatto a più riprese negli ultimi 30 anni”. E ancora Sallusti: "Governa alcune delle Regioni più importanti d’Italia, dove non mi sembra che vengano calpestati i diritti civili”.

La notizia non è in sé particolarmente rilevante, dato il periodo elettorale e l’alta tensione raggiunta dal dibattito ma ci permette di svolgere alcune considerazioni generali. Scurati ha una formazione filosofica ed è docente di letterature comparate all’Università IULM di Milano. Ha vinto il premio Strega nel 2019 con “M il figlio del secolo” - uscito l’anno prima- a cui sono seguiti “M. l’uomo della provvidenza” nel 2020 e “M. gli ultimi giorni dell’Europa”, uscito da poco. Si aspetta un altro volume della quadrilogia.

Non entriamo nel merito tecnico della forma utilizzata da Scurati che è quella del saggio mascherato furbamente da romanzo storico, in modo da poter parare le critiche sulle imprecisioni e, soprattutto, le forzature contenute. Il romanzo storico infatti permette all’autore una grandissima libertà con pochi costi perché può sempre dire appunto che “è un romanzo” e quindi non si deve attenere strettamente alla realtà storica.

GUARDA IL VIDEO DELLO SCONTRO 

 

Il fatto è che si sta parlando di un periodo che non è stato affatto metabolizzato dalla critica in maniera definitiva, proprio in virtù della sua vicinanza temporale. Ed ecco allora che è facile modellare gli eventi plasticamente per farli aderire ad una Weltanschauung sui propri desiderata. Scurati non solo è “ossessionato da Mussolini” –come dice giustamente Sallusti- ma utilizza Mussolini per avere successo mondiale, salvo andare poi a dire in giro che lui non apprezza affatto il duce e la sua politica.

Un po’ come gli atei che fanno i libri su Cristo. In più, se il dibattito lo si proietta dal ventennio ai giorni nostri, Scurati attacca non solo la destra ma proprio la visione del mondo dell’attuale centro – destra, diciamo pure i valori fondanti.

Ed allora sorge spontanea una domanda: se Scurati non condivide nulla di Mussolini perché poi nei suoi libri ne è affascinato e ne parla pure bene?

Non credo che si tratti solo di una semplice operazione commerciale. Si sa infatti che alcuni personaggi storici, principalmente Hitler e Mussolini, “vendono” in continuazione, come se l’opinione pubblica mondiale ne fosse in qualche modo affascinata e forse Scurati pure è affascinato dal fabbro di Predappio che per vent’anni governò l’Italia e fu protagonista della politica internazionale.

Un caso simile si è registrato nel 2018 con il film “Sono tornato” di Luca Miniero in cui veniva raccontata la storia di un Mussolini -interpretato peraltro superbamente da Massimo Popolizio- che si ripresenta a Roma, nel presente. Il film, manco a dirlo, è una rielaborazione di “Lui è tornato” di David Wnendt, un film tedesco del 2015 sul ritorno nella Germania attuale di Adolf Hitler. In tutti e due i casi registi e attori si sono dichiarati contro Hitler e Mussolini, ma ne hanno sfruttato sapientemente l’enorme popolarità.

È bene chiarire che sia il libro di Scurati che i film non parlano affatto male di Mussolini e Hitler e la cosa è già evidente dai titoli utilizzati.

Un altro caso analogo è quello di Roberto Saviano che con “Gomorra” ha avuto un successo mondiale ma poi le serie televisive a cui ha collaborato hanno attirato anche le critiche degli stessi magistrati per il pericolo di emulazione o quello che si potrebbe chiamare “effetto Inferno”.

Infatti –come noto- della Divina Commedia la parte che si legge con maggiore interesse è proprio l’Inferno, tollerabile a stento il Purgatorio, noioso il Paradiso.

Alla luce di questo ci permettiamo di suggerire a Scurati il titolo del prossimo quarto libro: “S., il fascino di M.”. Siamo sicuri che avrebbe altrettanto successo.

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