Stato-mafia, Napolitano in aula: sarà sentito come testimone
La Corte di Assise di Palermo ha ammesso la testimonianza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel processo per la trattativa Stato-mafia "nei soli limiti della conoscenza del teste che potrebbero esulare dalla funzioni presidenziali e dalla riservatezza del ruolo", secondo quanto disposto dalla Corte costituzionale. Il capo dello Stato figura nella lista testi della Procura, che intende sentirlo sui colloqui tra Nicola Mancino e l'ex consigliere giuridico del Quirinale, Loris D'Ambrosio.
La Corte ha ritenuto ammissibile l'articolato dei Pm Vittorio Teresi, Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia, limitatamente ai colloqui con D'Ambrosio, scomparso un anno fa, ed entro il quadro definito dalla Corte costituzionale nella sentenza con cui aveva accolto il ricorso del presidente della Repubblica per la distruzione immediata delle intercettazioni delle sue conversazioni telefoniche con Nicola Mancino. Di queste registrazioni, che sono state poi effettivamente distrutte, non si parlera' dunque nel processo. Napolitano, ha stabilito la Corte nell'ordinanza letta stamattina nell'aula bunker dell'Ucciardone, potra' rispondere anche sulle sue conoscenze anteriori alla sua elezione alla presidenza della Repubblica.
IL COLLE - "Si è in attesa di conoscere il testo integrale dell'ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla Corte di Assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale". E' quanto ha reso noto l'ufficio stampa della presidenza della Repubblica, dopo che la Corte di Palermo ha ammesso la richiesta della procura di citazione a deporre del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Cancellieri, Napolitano teste? Mi sembra inusuale - "Non ho letto le motivazioni e prima di fare commenti vorrei documentarmi. Certo, tutto questo mi lascia un po' perplessa, mi sembra un po' inusuale". Cosi' il Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, a margine di un'audizione alla Camera, risponde ai cronisti in merito alla decisione della Corte d'Assise di Palermo di convocare come testimone il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia.