Stop a feste, birre e pulizie rumorose. Padova è la città dei mille divieti
Basta anarchia e avanti con i divieti. Basta bivacchi, basta feste di laurea con lancio di uova e di farina. Commettono reato pure i lavavetri e chi va in giro ubriaco. E ancora: bandito "l'accattonaggio petulante e il racket della questua, il campeggio in zone non autorizzate, l'occupazione abusiva di immobili pubblici e il sovraffollamento di quelli privati". Dulcis in fundo, il divieto di pulizie troppo rumorose.
Sono le misure dettate da Maurizio Saia, l'assessore sceriffo che vuole ripulire la sua città. Controlli rigorosi, da ora in poi, su tutte le case assegnate agli immigrati, attenti imbrattatori con lo spray, e in città da oggi si beve solo al bar: le alcoliche riunioni nelle piazze son proibite. Ma l'associazione Antigone solleva dubbi sulla validità costituzionale dei divieti e afferma: "Si torna alle tipiche azioni di governo contro i poveri".