L’arresto dei 7 ex terroristi in Francia ha riacceso improvvisamente i fari su un periodo buio della storia della Repubblica Italiana. L’ottavo, Luigi Bergamin, si è costituito stamane a Parigi. Gli Anni di Piombo hanno segnato per sempre l’esistenza di molti italiani. Soprattutto di chi ha visto uccidere i propri familiari che avevano solo la “colpa” di ricoprire dei ruoli all’interno dello Stato. La ministra della Giustizia Marta Cartabia stamane ha affermato che a vincere è stata “la sete di giustizia e di riconciliazione” ma “non la vendetta”.
Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calebresi, ucciso nel 1972, in un colloquio con il primogenito Mario pubblicato su Repubblica, ha detto: “Caro figlio, sono in pace ho scelto il perdono ma ora spero nella verità”. Intervistato a sua volta dal Corriere della Sera, Mario Calabresi ha raccontato di aver accolto la notizia con “sorpresa” e che ormai “non pensavo succedesse” ma “vedere gente in cella non è un risarcimento”.
Adriano Sofri, scrittore, giornalista, attivista, ed ex leader di Lotta Continua, condannato a ventidue anni di carcere quale mandante, assieme a Giorgio Pietrostefani, dell'omicidio proprio di Luigi Calabresi ha commentato su Il Foglio: “Ora che ve ne fate di questi arresti?”.
Per Ferdinando Pomarici, magistrato del processo istruito dopo l’uccisione di Calabresi “lo Stato non doveva rinunciare all’aspetto punitivo e risarcitorio”, perché questo è “l’unico modo per onorare le vittime”. Per il giudice “Andavano estradati 40 anni fa”, colpa “dell’ipocrisia dei politici”. Giuliano Ferrara, sempre, su Il Foglio non lascia spazio a interpretazioni e scrive che “certe pene sono imprescrittibili, ma l’ansia di vendetta è un sentimento avvilente che sa di sconfitta”. Insomma a distanza di oltre 40 anni l’Italia, forse, non ha fatto ancora i conti con il suo passato. E tu che cosa pensi? Dì la tua e vota il sondaggio di Affaritaliani.it.
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