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Crolla la Torre dei Conti a Roma, da fortezza papale a relitto del tempo: la storia della "Turris unica al mondo", che cade ancora
Ferito un operaio nel nuovo cedimento della storica torre medievale ai Fori Imperiali. Un simbolo del potere papale ridotto a rovina, tra secoli di restauri, crolli e abbandono

La Torre dei Conti, simbolo del potere papale
Roma, largo Corrado Ricci. Una parte della Torre dei Conti è crollata durante dei lavori di consolidamento, ferendo gravemente un operaio, travolto dalle macerie che ora è in codice rosso. Un nuovo cedimento per una struttura che da secoli lotta contro il tempo, i terremoti e l’incuria.
La Torre dei Conti, che svetta a pochi passi dai Fori Imperiali, è una delle testimonianze più imponenti del Medioevo romano. Un tempo raggiungeva i 60 metri d’altezza, tanto da valere a Petrarca la definizione di “Turris illa toto orbe unica”, una torre unica al mondo. Oggi ne resta meno della metà: solo 29 metri del suo antico basamento, continuamente indebolito da scosse, erosione e restauri che non sempre hanno restituito stabilità.
Il suo nome è legato ai Conti di Segni, la famiglia di Papa Innocenzo III, o forse al conte di Sora, Riccardo, suo fratello. Fu proprio quest’ultimo, nel 1204, a volerne l’ampliamento. L’intento era doppio: da un lato costruire un simbolo del potere ecclesiastico, un segno visibile della forza della Chiesa; dall’altro, garantire protezione alle processioni papali che collegavano San Pietro al Laterano. Innocenzo III voleva una torre che imponesse rispetto, e ci riuscì: per secoli fu una delle costruzioni più alte di Roma.
La sua storia, però, parte molto prima. L’area su cui sorge ospitava in epoca romana un tempio dedicato alla dea Tellus. L’origine della torre risale all’858, quando Pietro dei Conti di Anagni decise di farla costruire sopra una delle esedre del portico del Tempio della Pace. Secondo il Vasari, il progetto fu affidato a Marchionne Aretino, scultore e architetto.
In origine, la Torre dei Conti era rivestita da lastre di travertino sottratte ai Fori Imperiali. Col tempo, però, fu spogliata anche lei: il travertino venne riutilizzato per costruire Porta Pia. A questo si aggiunsero i danni causati dai terremoti e dai crolli successivi, che ne segnarono l’aspetto fino a ridurla a una rovina parziale.
Alla fine del Seicento venne restaurata, ma nei secoli successivi finì abbandonata. Fu usata come fienile e deposito di carbone, perdendo ogni funzione nobile. Da allora, tra restauri e cedimenti, la torre ha vissuto una lenta agonia, fino all’ennesimo crollo di oggi.
Quello che un tempo era il simbolo del potere papale è diventato un monumento fragile, che ricorda quanto sia difficile tenere in piedi la storia quando manca la cura. La “Turris unica al mondo” è ancora lì, ma ogni volta un po’ meno.
