Cronache
Tra i riders in sciopero. "No contratto? No pizza". Video

Tra i riders di No Pizza in sciopero. Reportage
I “No- Pizza”, scheggia impazzita nel mercato del lavoro, si ritrovano ogni mattina in una spiederia di corso Ticinese, incuneata tra boutique della scarpa e negozietti vintage per lo straccio chic. Qui , tra i tavolini dove si consuma pollo fritto, è maturata la rivolta.
Ciclofattorini in sciopero. Sembra di essere sul set del film de “I Compagni” di Monicelli a Torino, ai primi del '900. Krumiri contro scioperanti . I porti aperti immettono sul mercato nuovi aspirantI riders, per lo più africani, e scoppiano le risse tra gli “storici” in sciopero e chi aspira a un posto e a una bici. Ma qui a Porta Ticinese, niente polizia, per ora: che cosa potrebbe poi sciogliere la volante antisommossa? Un corteo di ecologiche bici elettriche politicamente corrette, a pedalata assistita?
I sindacati in questo sciopero per ora stanno a guardare: Cgil contro UGl. Gli scioperi tra i ciclofattorini fioccano spontanei durante il giorno, proclamati da un collettivo, Deliverance , un gruppo di attivisti , habituè del web e dei social. Sono i nuovi sindacalisti della pausa pranzo: il destino di centinaia di cestini con il sushi, le bruschette, le insalatone e gli involtini per i colletti bianchi della City sono nelle mani di Deliverance.
Un euro a consegna guadagna un neo operaio alla catena di montaggio del sushi a domicilio. Trenta euro al giorno. Come Sonia, ragazzina che pedala sulla bici della nonna, con cestino vintage di vimini. No contributi, no pensione, no assistenza sanitaria. Il sogno per ogni turbo imprenditore millennial.
“No buono il contratto ” dice Yossuf, keniota, davanti alla chiesa di sant’Eustorgio.
“ Sciopero sciopero” strilla Abdullah” andiamo”. Inforca la sua bici dalle grosse gomme da fuori strada e si avvia per il corso Ticinese pieno di buche.
Foto di Claudio Bernieri
Il corteo volante si forma come ogni giorno nello spiazzo che va dalla fermata del jumbo tram fino al Mac Donald. I riders con i pesanti zaini-frigo multicolori pedalano, si danno la voce, si forma spontaneamente un gruppo di ciclisti con un capo di Deliverance che dà le indicazioni : “blocchiamo Piazza XXIV , tutti in strada”. Ma poi il corteo di bici si arresta : davanti al Mac Donald è uscito impunemente un crumiro senegalese con un sacchetto di panini bibite e patatine, altri rider gambiani lo fermano, buttano il cestino del caldo ristoro in un cassonetto , un altro rider lo riprende, lui è del Magreb, e lo riconsegna giudiziosamente al banco del fast food, passa illeso tra paio di body guard di colore formato corazzieri, più i vigilantes in mimetica nera. Il Ticinese non è la Fiat Mirafiori anni ’70 ma la tensione è nell’aria: “guarda, una nuova rissa” mi dice Sonia, l’unica rider donna in bici della categoria: Il crumiro ha ripreso il pacchetto con i panini e bibite e patatine da consegnare a un ignoto milanese affamato che attende al Bosco Verticale, esce di nuovo da Mac Donald ma volano sberle…Il sacchetto coi panini vola in aria…sembra una grossa palla da rugby,Dissolvenza .
Il blocco delle consegne è riuscito. Così tutto il giorno : i cortei di bici partono ogni due ore da piazza sant’Eustorgio, percorrono i bastioni, fermano altri ciclo-colleghi.Stazione Garibaldi, porta Venezia, Duomo,piazza della Scala.
” Io lavoravo allo stadio, strappavo i biglietti alle partite o ai concerti, oggi sono senza lavoro e mi sono data alle consegne in bici , ma oggi sciopero perché ci hanno rinnovato un contratto capestro che ci paga una miseria “racconta Sonia.
Youssuf dettaglia: “ chi compra un pasto paga in anticipo, ma se poi non arriva il panino ? Quello si incavola: e noi abbiamo il coltello per il manico. I ristoratori lo sanno, i clienti andranno risarciti ma intanto saltano il pasto, No pizza con Bufala Doc per loro “
Ecco la filosofia dello sciopero:” siamo in quattromila riders, se ci fermiamo Milano salta il pranzo e la cena e oltre il lockdown si becca il digiuno, No contratto? No sush!”.
Ne sa qualcosa Emilio, commesso in una boutique di via Montenapoleone:” oggi il negozio ha dovuto chiudere, facevano l’inventario, abbiamo ordinano gli hamburgher da Mac Donald ma non è arrivato niente in negozio, nemmeno una patatina: siamo andati avanti a merendine..” racconta sconsolato.
Cos’era successo? Il corteo da piazza XXIV Maggio con Sonia e Youssuf ha percorso la cerchia dei Navigli, il ciclo corteo dai 50 riders iniziali è diventato una Stramilano a due ruote, verso piazza Cavour erano in 500 i riders, e la marea di afro- ciclisti invece di raccogliere gli ordini e poi pedalare verso le boutique di Montenapo e la City per la pausa pranzo si è diretta in Duomo: e non ha ritirato involtini panzerotti e big burgher.
La forza lavoro è infinita, racconta Sonia: il logaritmo sociale, “barconi , Lampedusa, Milano, food delivery” attira migliaia di aspiranti elettro fattorini a pedalata assistita dai porti della Tunisia: “ io prendo un euro a consegna, ma con il nuovo contratto io poi dovrei pagare 5 euro di tasse e trattenute fiscali…”spiega il maghrebino Youssuf. Ha attaccato il volantino dello sciopero sul suo zaino frigo e aspetta al ritrovo : l’arco di Piazza XXIV Maggio, già dormitorio dei clochard della Darsena. I “No Sushi No Involtini No Margherita” come gli operai del film Monicelli diretti, allora, dal sindacalista Marcello Mastroianni aspirano a un salario migliore e a una vita meno precaria :si preparano alla grande ciclosfilata del week end. La guerriglia dei riders potrebbe rovinare le cenette del sabato sera e i precari promettono un nuovo tour. O contratto, o digiuno. Il coprifuoco della pizza continua.