Tra i riders in sciopero. "No contratto? No pizza". Video - Affaritaliani.it

Cronache

Tra i riders in sciopero. "No contratto? No pizza". Video

di Claudio Bernieri

Tra i riders di No Pizza in sciopero. Reportage

I  “No- Pizza”, scheggia impazzita nel mercato del lavoro,  si ritrovano ogni mattina  in una spiederia di corso Ticinese, incuneata tra boutique della scarpa e  negozietti vintage per lo straccio chic. Qui , tra i tavolini dove si consuma pollo fritto, è maturata la rivolta.

Ciclofattorini in sciopero. Sembra   di essere  sul set del film de “I Compagni” di Monicelli a Torino, ai primi del '900. Krumiri contro scioperanti . I porti aperti  immettono sul mercato nuovi aspirantI riders, per lo più africani,  e scoppiano le risse tra gli “storici”  in sciopero e chi aspira a un posto e a una bici. Ma  qui a Porta Ticinese, niente polizia, per ora: che cosa potrebbe  poi sciogliere la volante antisommossa? Un corteo di ecologiche bici elettriche politicamente corrette, a pedalata assistita?

 

I sindacati in questo sciopero per ora stanno a guardare: Cgil contro UGl. Gli scioperi tra i ciclofattorini  fioccano spontanei durante il giorno, proclamati da un collettivo, Deliverance , un gruppo di attivisti , habituè  del  web e dei social. Sono i  nuovi sindacalisti  della pausa pranzo: il destino di centinaia di cestini con il sushi, le bruschette, le insalatone e gli involtini per i colletti bianchi della City sono nelle mani di Deliverance.

Un euro a consegna guadagna un neo operaio alla catena di montaggio del sushi  a domicilio. Trenta euro al giorno. Come Sonia, ragazzina che pedala sulla bici della nonna, con cestino vintage di vimini. No contributi, no pensione, no assistenza sanitaria. Il sogno per ogni turbo imprenditore millennial.

“No buono il contratto ” dice Yossuf, keniota, davanti alla chiesa di sant’Eustorgio.

“ Sciopero sciopero”  strilla Abdullah” andiamo”. Inforca la sua bici dalle grosse gomme  da fuori strada e si avvia per il corso Ticinese pieno di buche.

riders sciopero 1Foto di Claudio Bernieri
 

 

Il corteo volante si forma come ogni giorno  nello spiazzo  che va dalla fermata del jumbo tram fino al Mac Donald. I riders con i pesanti zaini-frigo  multicolori pedalano, si danno la voce,  si forma spontaneamente un  gruppo di ciclisti  con un capo   di Deliverance che dà le indicazioni : “blocchiamo Piazza XXIV , tutti in strada”. Ma poi  il corteo di  bici si arresta : davanti al Mac Donald è uscito impunemente un crumiro  senegalese con un sacchetto di panini bibite e patatine, altri rider gambiani lo fermano, buttano il cestino   del  caldo ristoro in un cassonetto , un altro rider lo riprende, lui è del Magreb,  e lo riconsegna giudiziosamente al banco del fast food, passa   illeso tra paio di body guard di colore  formato corazzieri, più i vigilantes in mimetica nera.  Il Ticinese non è la Fiat  Mirafiori anni ’70 ma la tensione è nell’aria: “guarda, una nuova  rissa” mi dice  Sonia, l’unica rider donna in  bici  della categoria: Il crumiro ha ripreso il pacchetto con i panini e bibite e patatine da consegnare a un  ignoto  milanese affamato che attende al Bosco Verticale, esce di nuovo da Mac Donald ma volano sberle…Il sacchetto coi panini vola in aria…sembra una grossa palla da rugby,Dissolvenza .

Il blocco delle consegne  è riuscito. Così tutto il giorno : i cortei di bici partono ogni due ore da piazza sant’Eustorgio, percorrono i bastioni, fermano  altri ciclo-colleghi.Stazione Garibaldi, porta Venezia,  Duomo,piazza della Scala.

” Io lavoravo allo stadio, strappavo i biglietti alle partite o ai concerti,  oggi sono senza lavoro e mi sono data alle consegne in bici , ma oggi sciopero perché ci hanno rinnovato un contratto  capestro che ci paga una miseria “racconta Sonia.

Youssuf  dettaglia: “ chi compra un pasto  paga in anticipo, ma se poi non arriva il panino ? Quello si incavola: e noi abbiamo il coltello per il manico. I ristoratori lo sanno, i clienti andranno risarciti ma intanto saltano il pasto, No pizza con Bufala Doc per loro “

Ecco la filosofia  dello sciopero:” siamo in quattromila riders, se ci fermiamo  Milano   salta il pranzo e la cena e oltre il lockdown si becca il digiuno, No contratto? No sush!”.

Ne sa qualcosa Emilio, commesso in una boutique di via Montenapoleone:” oggi il negozio ha dovuto chiudere, facevano l’inventario, abbiamo ordinano gli hamburgher  da Mac Donald ma non è arrivato niente in negozio, nemmeno una patatina: siamo andati avanti a merendine..” racconta sconsolato.

Cos’era successo? Il corteo da piazza XXIV Maggio con Sonia e Youssuf  ha percorso la cerchia dei Navigli,  il ciclo corteo dai 50    riders iniziali è  diventato una Stramilano a due ruote,  verso piazza Cavour  erano in 500 i riders,  e la marea di  afro- ciclisti  invece di  raccogliere gli ordini e poi pedalare verso  le boutique di Montenapo e la City  per la pausa pranzo  si è diretta in Duomo: e non ha ritirato  involtini panzerotti  e big burgher.

La forza lavoro è infinita, racconta Sonia: il logaritmo sociale, “barconi , Lampedusa, Milano, food delivery”  attira migliaia di aspiranti  elettro fattorini  a pedalata assistita dai porti  della Tunisia: “ io prendo un euro a consegna, ma con il nuovo contratto io  poi dovrei pagare 5 euro di tasse e trattenute fiscali…”spiega il maghrebino Youssuf. Ha attaccato il  volantino dello sciopero sul suo zaino frigo e aspetta al ritrovo : l’arco di Piazza XXIV Maggio,  già dormitorio dei clochard della Darsena. I “No Sushi No Involtini No Margherita”  come gli operai del film Monicelli diretti, allora,  dal sindacalista Marcello Mastroianni  aspirano a  un salario migliore  e  a una vita meno precaria :si preparano alla grande ciclosfilata del week end. La guerriglia  dei riders  potrebbe rovinare le cenette  del sabato  sera   e i precari promettono un  nuovo tour.   O contratto, o digiuno. Il coprifuoco della pizza  continua.