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Cronache
Vaticano, Preseminario choc: "6 anni di abusi. Ecco che cosa accadeva..."
LaPresse

Pedofilia, processo in Vaticano. Interrogata la presunta vittima del Preseminario

"Un distaccamento tra anima e corpo. Il mio corpo era lì come un oggetto. Non avevo nessuna reazione fisica. Negli anni mi sono rassegnato, pensavo: ‘Fai quello che vuoi, basta che ti sbrighi e te ne vai, perché voglio dormire che domani ho scuola’. A me piaceva la scuola, era l’unico momento di libertà e normalità”. Il racconto è un susseguirsi stomachevole di abusi, e a parlare è la presunta vittima, L.G., che all’epoca faceva il chierichetto presso il Preseminario San Pio X, che in Vaticano cura il servizio liturgico della Basilica di San Pietro. Centinaia i ragazzi che sono passati da lì: alcuni hanno scoperto la vocazione e ora servono la Chiesa dopo l’ordinazione. Altri sono laici e fedeli.

L.G. invece ci ha vissuto l’inferno, racconta. L’imputato del processo per i presunti abusi, che si tiene nel Tribunale Vaticano, è don Gabriele Martinelli. Insieme a lui, a rispondere di presunto intralcio alle indagini, l’ex rettore del Preseminario San Pio X don Enrico Radice, entrambi incardinati nella diocesi di Como.

Dalla provincia di Sondrio viene la presunta vittima, oggi 28enne, che segnalato dal parroco per il Preseminario, parte, va a Roma e sul calendario della parrocchia d’origine pubblicano la sua foto con il Papa. Ma quello che sembrava un riscatto in realtà si sarebbe rivelato un bruttissimo incubo.

Le violenze, denuncia, sono iniziate tra il 2006 ed il 2007. “Martinelli si era infilato nel mio letto di notte. Per me era una cosa molto strana, ero piccolo e non mi ero mai affacciato al mondo della sessualità. A casa o nel mio paese non avevo mai sentito parlare di sesso. Ho provato un senso di confusione, non capivo cosa stesse succedendo".

Martinelli “mi abbassa i pantaloni e incomincia a toccarmi nelle parti intime, per poi masturbarsi. Una volta finito, va via come se niente fosse”. I compagni di stanza o dormono o fanno finta di dormire. Lui resta come paralizzato nel letto. Come scioccato, ed è solo la prima volta.

Il ruolo di Martinelli nel preseminario sarebbe ufficioso, data anche l’età, ma di una certa rilevanza. Viene definito quasi “un delegato” del rettore. Avrebbe approfittato di questa situazione per minacciare e ricattare, agitando l’espulsione per ottenere quel che voleva. Perché allora il testimone non ha mai lasciato la struttura? Per non tornare a casa da sconfitto, replica lui. 

Oggi, racconta, ha disturbi del sonno e problemi nella sfera sessuale. Il sacerdote no, non ha più voluto farlo: “disgusto e schifo totale”, “nausea” anche solo a sentir parlare di un seminario.

"Abusi per sei anni. Una media di un paio di incontri alla settimana"

I sei anni che seguono al primo fatto lo vedono subire con una media di un paio di incontri alla settimana: sempre più intensi, sempre più sfacciati. Il luogo prescelto è la cosidetta farmacia, una stanzetta del comprensorio, oppure un locale inutilizzato. Approcci sarebbero stati tentati anche nella canonica al terzo piano, dove i ragazzi erano soliti cambiarsi prima delle messe in Basilica. Martinelli che si sarebbe fatto trovare anche già nudo, L.G. che riesce a scappare perché di giorno si svicola via meglio, e basta il rumore di un cassetto sbattuto o di un pugno su un muro. Persino a poca distanza dall’Altare della Cattedra di San Pietro ci sarebbe stato un approccio, fallito anch’esso.   

“Lui quella volta si affacciò da me con la veste aperta ed era nudo sotto, mi invitò a seguirlo in uno dei due bagni. Ero sconvolto: queste cose anche durante la messa? Sono uscito dal corridoio e mi sono messo all’altare a fianco ai gradini, così che non poteva dirmi ‘vieni di là’ ".

L.G. riferisce di essere andato anche a parlare al rettore Radice ma senza entrare nel merito, limitandosi a manifestare un certo disagio. Radice avrebbe reagito in maniera sproporzionata, minacciando di rispedirlo a casa e di parlarne con il parroco.

Diversa la reazione di altri responsabili della struttura, come l’allora vice rettore Ambrogio Marinoni e don Marco Granoli, assistente spirituale. Decidono degli appostamenti notturni. Ancora un ricordo di L.G.: "Don Ambrogio mi riferì che una notte aveva visto uscire Martinelli dalla stanza di un ragazzo, segnalò questa cosa al rettore ma la cosa fu liquidata come sonnambulismo".

Quando esce dal San Pio X, per L.G. inizia il percorso per rimuovere, superare, ritrovarsi. Psicologi ed assistenti spirituali. Lettere, scritte e fotografate, prime denunce. Pressione dei media, ed anche questa alla fine è una tortura, tanto da spingerlo a rivolgersi ad un avvocato. Poi ci pensa un attimo e, ricordando il suo colloquio con il Rettore, ammette: "A 30 anni mi sento anche in colpa di non essere stato più chiaro".

 

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