Culture
Mostre/ Le opere di Adrian Paci: mix tra immaginario cinematografico e pittorico










di Simonetta M. Rodinò
Sensibile e poetico, Adrian Paci ha uno sguardo generoso sulla realtà, non avendo timore di guardarla negli occhi. Al 44enne artista, nato in Albania, ma trasferitosi da anni nel capoluogo lombardo, il PAC di Milano dedica, da sabato, l'articolata retrospettiva "ADRIAN PACI. Vite in transito". La rassegna, dalla componente narrativa, ospita un'ampia selezione di opere realizzate a partire dalla metà degli anni Novanta fino alla produzione più recente. La maggior parte delle opere sono video, medium che Paci ha adottato dopo il suo arrivo in Italia: una transizione che ha significato l'abbandono, seppur parziale, delle pratiche accademiche acquisite come pittore e scultore all'Accademia d'Arte di Tirana. Dalla forte luce della prima sala, dove sono esposti gli acrilici su legno e le gouaches montate su tela dedicate a Pier Paolo Pasolini, dalle cui pellicole e scritti trae ispirazione - "I miei lavori non vogliono essere un commento su Pasolini. I suoi film sono per me un fatto quasi oggettivo con il quale mi confronto per creare qualcosa che vive indipendentemente", spiega - si passa in una situazione più buia che accompagna per le sale del piano terreno. L'esposizione, curata da Paola Nicolin e Alessandro Rabottini, non segue un percorso cronologico, ma si snoda secondo i criteri di attitudine dell'artista verso i singoli soggetti, tra tragedia e gioco, tra legami spirituali e conflitti sociali. Senza trascurare, anzi, la ritualità, come forma di passaggio, dalla vita alla morte; gesti simbolici legati alla cultura e alla tradizione.

Così, nel video "Vajtojca", in cui Paci mette in scena il suo stesso funerale: seconda la tradizione albanese, il morto giace sul letto vestito a festa, mentre accanto a lui un'anziana piangitrice intona litanie. Terminato il canto l'artista risorge e se ne va. Tra i più conosciuti video, ecco "Centro di Permanenza Temporanea": un gruppo di immigrati destinati al rimpatrio è in attesa sulla scaletta dell'aereo, che non c'è. Immagini che sanno trasmettere uno stato di sospensione in bilico tra geografia e psicologia. L'interesse poi di Paci per il ritratto, la sua attenzione al volto, al primo piano, alla posa, alla luce è evidenziato dalla foto tratta dal video " Turn On", in cui un gruppo di uomini disoccupati, seduti sui gradini di una piazza, stringe tra le mani una lampadina. I loro visi rugosi, ruvidi, severi parlano di una tremenda condizione sociale. Tra le altre opere, una realizzata di recente, "The Column": un video e installazione documentano lo spostamento delle masse, il confronto tra Oriente e Occidente. Il lavoro segue l'estrazione di un blocco di mamo da una cava della Cina e la sua successiva lavorazione da parte di operai fino a ottenere una colonna classica. Un processo che si materializza su una nave-fabbrica che solca il mare aperto. Alla fisicità di queste immagini si accompagna la presenza nel museo della colonna adagiata sul pavimento del PAC, lunga cinque metri. Sabato 5 ottobre dalle 18 alle 24 inaugurazione aperta al pubblico in occasione della 9° Giornata del Contemporaneo.
"ADRIAN PACI. Vite in transito"
PAC Padiglione d'Arte Contemporanea - Via Palestro, 14 - Milano
5 ottobre - 6 gennaio 2014
Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30 - 19.30; giovedì 9.30 - 22.30; lunedì chiuso
Infoline: 028844635
Ingressi: € 8,00 - € 6,50
www.pacmilano.it