Culture
Buon Natale Cibicotti!
Regali non ne ho mai ricevuti, a eccezione di una volta. È stata una vigilia di Natale indimenticabile...
Di Lucrezia Lerro

Che Dio li benedica uno per uno! Me la sento già mia moglie che dice te l’ho sempre detto che non stai bene… te l’ho sempre detto che il presepe non mi piace, non ci credo io a queste puttanate. Mi sa che lei sta peggio di me, ma il problema è che non lo sa, oppure fa finta di non saperlo, ma io cosa ci posso fare? Il cretino è sempre uno, gli altri fanno da sfondo. In questo caso è toccata a me la parte da recitare, quella buona e quella cattiva. Mia moglie è strana, a me non mi convince.
Oggi è Natale. Adesso esco e torno a mani piene, con il presepe di don Angelo nel sacco. Quello sì che sta bene, ha capito come fottere gli altri con le messe, così li fotte tutti. Io non voglio una messa, il presepe invece lo voglio oggi, alla faccia del prete e dei paesani, alla faccia della Bella che resta sempre in casa come un cane da guardia e a volte mi sembra che lo sia davvero un cane. Certi giorni abbaia, altri addirittura morde. Mentre dormo mi morde. Meno male che non ho figli, quelli sì che sono un problema. I bambini vogliono ridere e ricevere regali. Io non posso far felice nessuno perché giro in casa con le mutande in testa, e poi non so neanche che cos’è la felicità.
Quando sono solo e mi strappo i peli del collo e della faccia mi sembra di essere felice. Io sono sempre solo e quando non lo sono è perché parlo ad alta voce, mi faccio compagnia. Io sono sempre stato così, sono bugiardo e anche infelice. A volte però mi faccio qualche discorsetto e se mi prende forte la tristezza sputo. Non mi sopporto, a volte non mi sopporto, ma non è semplice da spiegare. E poi questa cosa che tutti mi chiamano Cibicotti… io mi chiamo Piero e sono inabile al lavoro perché sono infelice. Mi chiamavano così per via di quel cartello che mio padre aveva messo davanti al suo ristorante: QUI CIBICOTTI.
Da allora queste facce di merda dei miei compaesani mi chiamano così. Ora vado a prendermi il presepe con i pastori, gli angeli, i santi e Gesù bambino. Neanche la Bella può fermarmi. Non l’ha mai saputo fare. Lei non ha mai capito che gli uomini vanno presi per la gola, per quella “gola” là… ma lei non ha immaginazione e se ne aveva forse non si sposava con me. La Bella è sempre nervosa e io le nevrotiche proprio non le sopporto, non le ho mai digerite.
Mia moglie calma non lo è mai stata ma il problema è che peggiora con il passare degli anni, altro che gallina vecchia fa buon brodo, questa invecchia e peggiora. Gli altri, sempre gli altri… a me non mi freghi. Sto perdendo il filo del discorso, passo sempre da una cosa all’altra in un attimo, devo farci attenzione perché non sono superficiale io. Dicevo di quella volta che avevo avuto un regalo, il maglioncino bello… quella volta anche mia mamma aveva pensato di farmi una sorpresa.
Mi ero appena svegliato, le campane suonavano a festa e ascoltavo il Tu scendi dalle stelle dal letto. Era mattina presto ed ero già disperato. Mia mamma entra nella mia stanza urlando lo vedi che non stai bene, non fai altro che dormire e mangiare, e poi ieri notte… ci penso io a te una volta per tutte, te lo faccio io un bel regalo… era l’ospedale il suo regalo di Natale. Poi di colpo cambia tono di voce lo faccio per te figlio mio, domani vedrai che stai meglio. Torni a casa per capodanno che sei guarito. Hai troppi pensieri, devi stare tranquillo e in ospedale ti danno una mano, ti calmano…
Mia mamma non ha mai capito niente di me, ma quando una non capisce niente perché fa un figlio? Mi ha fatto sempre del male. Miseria impestata se sono incazzato con lei. Dice che se vai via dal paese ti liberi anche dalla mamma e più vai lontano più ti liberi.