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Culture
Continua il viaggio del Treno della Memoria

Il primo Treno della Memoria è partito il 27 gennaio 2005. Fino a oggi ha portato a visitare i campi di Auschwitz e Birkenau circa 30.000 ragazzi provenienti da diverse regioni d'Italia di età compresa fra i 17 e i 25 anni. In questi anni il Treno ha lavorato con oltre 14 regioni, 20 province e 100 comuni.

Il Treno della Memoria, promosso dall’omonima associazione nazionale impegnata nel sostegno ai percorsi di cittadinanza attiva e nella difesa della dignità e i diritti delle persone, non è un semplice viaggio o una gita scolastica ma è un pellegrinaggio laico, uno spazio di conoscenza, un viaggio nella storia e nella memoria attraverso un percorso educativo che comincia a novembre e si conclude in primavera e riassumibile in tre parole chiave: Storia, Memoria e Impegno. Il progetto infatti coniuga attività ludiche, testimonianze dirette della storia, incontri e laboratori verso la finalità, chiara e condivisa con i partecipanti, di formare nuovi cittadini attivi nel costruire la realtà che li circonda.

Il progetto nasce dalla convinzione che la costruzione di una cittadinanza attiva e consapevole non possa prescindere dalla conoscenza della Storia e della Memoria dei momenti che hanno cambiato il volto dell’Europa e dall’ascolto delle Testimonianze dei protagonisti di questi cambiamenti. Non c’è dubbio che i fatti avvenuti ad Auschwitz, massima e più terribile espressione dell’odio e della discriminazione, rappresentino in questo senso uno snodo storico fondamentale.

Nel 2016 il Treno della Memoria porterà circa 3.000 passeggeri fra studenti e privati cittadini da tutto il territorio nazionale e in particolare da Lombardia, Trentino, Piemonte, Puglia e Sicilia. Il primo dei numerosi viaggi previsti partirà da Bari e da Bologna  l’8 febbraio.

Per la prima volta quest’anno alcuni treni, organizzati con la collaborazione del Coordinamento Torino Pride, saranno a tematica LGBT (lesbica, gay, bisessuale e transessuale) e indagheranno l’ancora poco conosciuto tema dell’”omocausto”.

A Corleone, in Sicilia, luogo simbolo della resistenza alla Mafia e a ogni tipo di sopruso è stata inaugurata la Stazione della Memoria numero 0: un’articolazione territoriale del treno che consentirà ai partecipanti di declinare in ambito locale i principi e i valori acquisiti durante il percorso educativo, proseguendo il proprio impegno in maniera continuativa e costante nel corso dell'anno. Nel 2016, dopo Corleone, in altri punti strategici e simbolici della Penisola, verranno aperte altre Stazioni.

Dall’anno scorso, nella consapevolezza dell’importanza di mantenere viva la memoria di quanto accaduto e di quanto sia necessario costruire un’Europa fondata sulle sue ceneri, il progetto è stato ampliato con l’introduzione di alcune tappe di avvicinamento che arricchiscono il senso di pellegrinaggio laico del Treno della Memoria abbracciando metaforicamente tutta l’Europa. I partecipanti provenienti da tutta Italia, divisi in gruppi, potranno scoprire e vivere in prima persona luoghi simbolo e momenti fondanti del “secolo breve” per contestualizzare e comprendere meglio il ventennio totalitarista, la guerra e la Shoah.

Ogni gruppo vivrà una tappa differente con l'esperienza che questa porta con sé. Fra le altre: Budapest e il tema dei Giusti attraverso i luoghi di Giorgio Perlasca e Raoul Wallemberg; Praga città simbolo dell’ideologia nazista dello spazio vitale e centro di deportazione e sterminio con il campo di Terezin, tristemente noto come il campo dei bambini; Lviv in Ucraina e il tema dei luoghi di sterminio dimenticati; Fossoli e la Risiera di San Sabba luoghi simbolo della responsabilità italiana nella discriminazione e nello sterminio; il Nordest della Polonia con il Campo di sterminio di Belzec creato con l’unico scopo di eliminare gli ebrei non appena arrivati al campo a differenza di quelli già esistenti e di Auschwitz, dove una buona parte dei prigionieri veniva fatta lavorare fino all’esaurimento prima di venire assassinata.

La meta del Treno della Memoria:
 
Cracovia, meta simbolica non solo per la sua vicinanza al campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau ma anche perché la città ha conosciuto l’occupazione tedesca e la sua popolazione ebraica, più di 15.000 persone, è stata quasi interamente sterminata dai nazisti.
Durante il primo giorno viene proposto ai partecipanti un gioco di ruolo in città che avrà come filo conduttore la costruzione del consenso e l'ascesa al potere del nazionalsocialismo vista attraverso gli occhi dei comuni cittadini che in quanto tali non sono spettatori passivi ma loro stessi protagonisti più o meno volontari ma comunque responsabili.
 
 
Ghetto Ebraico,
una novità introdotta per la prima volta nel 2010 e divenuta oggi una tappa educativa fondamentale del progetto. La storia del Ghetto, inoltre, esemplifica al meglio quella che fu la realtà che gli ebrei dovettero vivere prima della deportazione: l’esclusione e la reclusione in aree degradate e sovrappopolate a ridosso delle parti “normali” delle città.
 
Quartiere ebraico di Kazimierz con la sua sinagoga e la Fabbrica di Shindler.
 
Campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, momento centrale di tutto il progetto. Nel corso della visita guidata al Museo di Auschwitz, partner del Progetto, i ragazzi sono invitati a immedesimarsi in un deportato partendo dal suo volto e dai pochi dati reperibili sulle istantanee negli immensi blocchi sei e sette: la tragedia dell’Olocausto è stata tale non solo per l’immensa portata dei numeri dello sterminio ma anche per la drammaticità di ogni storia individuale, che merita di essere raccontata e valorizzata. In quattro diversi punti, inoltre, giovani attori interpretano monologhi che raccontano le storie del campo: si tratta, ancora una volta, di un tentativo di superare la distanza che separa i giovani dalla Storia.
 
Campo di Birkenau (a pochi chilometri dal museo): qui la giornata si conclude con una commemorazione in cui ad ogni ragazzo viene chiesto di ripetere il nome del deportato scelto, nel corso della mattinata, durante la visita ai blocchi sei e sette.
Nella quarta e ultima giornata trascorsa a Cracovia i partecipanti riflettono sulla portata e il significato dell’esperienza vissuta. A partire dalla riflessione sulla responsabilità di chi, con la propria indifferenza, rese possibile la barbarie, la discussione mette insieme la dimensione storica e quella dell’impegno personale.
 
Negli anni il treno ha ottenuto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, il patrocinio del Parlamento Europeo e della Camera dei Deputati. Collabora stabilmente con ANPI, ANED, ANCI, Museo diffuso della Resistenza, Museo di Auschwitz e Birkenau, Museo Fabbrica di Shindler, Fondazione Museo Storico di Trento, Fondazione ex campo Fossoli, Istituto di cultura Italiana a Cracovia. In seguito alla petizione firmata da più di 1.000 persone è stata attivata la procedura  per il riconoscimento  del Treno della Memoria come Patrimonio dell’Umanità dell'UNESCO.

Tags:
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