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Culture
Cultura, 2020 anno nero: crolla la spesa per turismo, concerti, teatro, musei

Il 2020 è stato un anno 'difficilissimo' per la cultura. Sono crollati tutti gli indicatori e gli enti e le imprese culturali hanno subito ingenti contraccolpi. Ma il settore è vivo e pronto a ripartire con nuove prospettive, responsabilità e proposte, ma anche con l'obiettivo di giocare un ruolo centrale nei piani di rilancio del Paese.

Questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dal 17esimo Rapporto Annuale FederCulture 2021 'Impresa Cultura' che non a caso reca come sottotitolo due imperativi: 'progettare e ripartire', presentato questa mattina a Roma presso Palazzo Massimo alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini.

Bene solo il settore libri. I mesi di confinamento e il contingentamento di altre attività hanno fatto riavvicinare gli italiani alla lettura La quota di lettori - almeno un libro l'anno - è infatti nel 2020 aumentata del 3,5%, risalendo a un valore che non si registrava da sei anni. Un aumento che si registra in particolare tra i bambini di età 6-10 anni, e nelle fasce di adulti tra i 25 e i 44 anni e che riguarda tutte le tipologie di lettura e di acquisti dal libro di carta tradizionale agli e-book.

Lo scenario del 2020, spiega FederCulture, è veramente quello dell'annus horribilis che già dodici mesi fa si paventava. Gli indicatori sono tutti negativi: la spesa delle famiglie italiane per cultura e ricreazione crolla a 56 miliardi di euro complessivi (era di oltre 73 miliardi nel 2019), un valore che riporta al 2000, vent'anni fa, quando la stessa voce era appunto di uguale entità.

A livello di spesa media mensile il calo registrato è del 26%, la voce di spesa per ricreazione, spettacoli e cultura passa da 127 a 93 euro al mese, con le sottovoci pacchetti vacanza e servizi ricreativi e culturali che perdono rispettivamente il 56,8% e il 37,3%.

Non sorprende, sostiene FederCulture, che siano negativi anche tutti gli indicatori relativi alla partecipazione e fruizione culturale dei cittadini in tutti gli ambiti con diminuzioni a due cifre: tra le più alte i concerti e il teatro -23%, i musei -14%. A queste si sommano le ''assenze'' di turisti che penalizzano in particolar modo la fruizione museale: i siti statali segnano un -75,6%. Il turismo stesso del resto vede una perdita di 27 miliardi (-61%) in termini di spesa dei turisti stranieri, i cui arrivi scendono da 65 a 16 milioni segnando un -74%.

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