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Culture
"Gli innamorati" di Goldoni: adolescenti nella commedia come nella vita
Fabio Artese - Gli Innamorati

Di Lucilla Noviello

Quando l’amore è un sentimento vissuto in una realtà tutta autoreferenziale – come spesso accade agli adolescenti per evidenti ragioni di crescita e sviluppo dell’io e  del corpo – diventa un amore capriccioso, geloso, insicuro: ed è quello che la regia di Andree Ruth Shammah mette in scena attraverso l’opera di Carlo Goldoni,  Gli innamorati al Teatro Vascello di Roma fino al 17 aprile, e poi in tournè in tutta Italia, interpretata da Marina Rocco, Matteo De Blasio, Roberto Laureri, Elena Lietti, Alberto Mancioppi, Silvia Giulia Mendola, Umberto Petranca e Andrea Soffiantini. L’autore nel suo testo sottolineava le caratteristiche di non maturità dei due ragazzi borghesi protagonisti che, pur riuscendo a evitare gli intrighi sia della vecchia nobiltà sia di quella nuova, non riescono nel privato ad andare oltre i propri vizi di personalità, le proprie fissazioni, le gelosie. Ci sono intorno a loro servitori intelligenti, razionali e saggi – che rappresentano l’evoluzione di una piccola borghesia sana – ci sono personaggi comici – che Andree Ruth Shammah fa muovere con autoironia – ma restano al centro di una scena rivisitata in maniera metateatrale – anche oltre la famosa scena del buco della serratura in cui i servitori raccontano cosa fanno i loro padroni al di là della porta -  che diviene allargata a tutta l’opera, in cui personaggi e attori spesso si confondono tra loro,  si rivolgono al pubblico, parlottano tra sé, sorridono e commentano. I giovani innamorati restano sempre in qualche maniera isolati, soli; sono prigionieri della loro gioventù; della loro presunzione. In un crescendo di passione e sensualità, che non sfocia mai in gioia, che resta insoddisfatto; che quindi abortisce il piacere stesso e la possibile evoluzione del sentimento. Sono giovani, sono belli: potrebbero essere liberi, ma restano fissi; malinconici; per sempre innamorati e mai realmente amanti; per sempre innamorati e mai realmente conviventi. Si sposeranno infine, perché la sorella della protagonista aggiusterà le avventatezze dello zio e della sua giovane parente, ma noi – il pubblico – non ne vedremo gli sviluppi. Gli attori sono tutti molto bravi; il ritmo dell’intera commedia è perfetto. Ma non sapremo quanto e se gli innamorati vivranno da soli e se mai da soli riusciranno a crescere.

Gli Innamorati, di Carlo Goldoni. Regia di Andree Ruth Shammah. Con Marina Rocco, Matteo De Blasio, Roberto Laureri, Elena Lietti, Alberto Mancioppi, Silvia Giulia Mendola, Umberto Petranca, Andrea Soffiantini. Al Teatro Vascello di Roma fino al 17 aprile e poi in tournè in tutta Italia.

 

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gli innamorati goldoni teatro





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