Fotografi del lavoro e 'Inventions' del primo 900 francese. La mostra
A Bologna fino al 3 gennaio i due nuovi progetti espositivi della Fondazione MAST
Alinka Echeverría è la vincitrice del più prestigioso concorso fotografico mondiale su industria e lavoro, il “MAST Photography Grant on Industry and Work”, dedicato ai talenti emergenti. La quasi quarantenne fotografa messicano-britannica ha proposto tre collage digitali che guardano alla quarta rivoluzione industriale, ricostruendo le storie di altrettante donne del passato, pioniere nel campo dell’informatica e dell’industria cinematografica: Ada Lovelace (1815-1852), la matematica che molti considerano la prima programmatrice; un’ignota montatrice in pellicola di nome Helène; Grace Brewster Murray Hopper (1906-1992), militare americana e informatica.
Insieme a queste immagini sono esposte fino al 3 gennaio, nella mostra MAST Photography Grant on Industry and Work 2020 presso la PhotoGallery della Fondazione MAST di Bologna, le opere degli altri quattro finalisti. Si tratta (come nel caso di Echeverría, già pluripremiata, esposta in tutto il mondo e presente in collezioni negli States e in Sudafrica, in Francia e in Perù, a Cuba e in Svizzera) di artisti ben più che emergenti.
Parliamo della documentarista inglese Chloe Dewe Mathews, che mostra i danni ambientali delle coltivazioni intensive nei polytunnel, le strutture in plastica che ricoprono quattrocento chilometri quadrati di superficie terrestre per consentire di produrre ortaggi tutto l’anno.
Del fotografo pubblicitario francese Maxime Guyon, che, amante della realtà “aumentata”, usa il mezzo fotografico al massimo delle sue potenzialità per restituire gli aspetti tecnologici e le alte prestazioni degli aerei.
Del finlandese Aapo Huhta, young artist of the year 2020 per il museo di Tampere, che offre un’esplorazione del mondo dell’Intelligenza Artificiale e mostra come “la macchina” legga in modo eticamente sospetto le immagini, sollevando dubbi sulle modalità di implementazione dei software.
E del messicano Pablo López Luz, che fotografa le vetrine dei negozi di abbigliamento in America Latina, che resistono all’omologazione imposta dall’industria globale della moda e porta la riflessione sul paesaggio urbano quale luogo privilegiato per cogliere le trasformazioni sociali e culturali. Tutti e cinque sono progetti originali, realizzati appositamente per il premio, così come quelli degli altri 37 candidati, non esposti ma provenienti da tutto il mondo.
Dall’Archive of Modern Conflict di Londra e dagli Archives nationales di Francia arrivano invece le fotografie esposte nella Gallery/Foyer del MAST. Si tratta di un’ampia selezione di immagini realizzate tra il 1915 e il 1938 presso l’Office des inventions, su iniziativa dell’allora sottosegretario di stato alle invenzioni Jules-Louis Breton. Appunto Inventions si intitola l’itinerario che unisce tecnologia e arte e che testimonia la ricerca scientifica e industriale del tempo, grazie a immagini poco conosciute e di estremo rigore, che costituiscono le testimonianze visive di vent’anni di ricerche e invenzioni, prima ancorate alla guerra e alla difesa nazionale, poi alla vita civile e domestica. Di corredo ai progetti e alle descrizioni dettagliate delle invenzioni, le foto acceleravano i processi di brevetto e la trasformazione di un’idea in un oggetto o in una macchina di pronto utilizzo.
Come spiega la curatrice Luce Lebart “si tratta di un archivio visivo che colpisce per la sua fantasia, gli accenti umoristici e la libertà nello svelare i codici dell’oggettività fotografica. L’elemento comico è tanto più inatteso in quanto si inserisce in un contesto industriale e scientifico. Come al cinema, queste scene fotografiche ci raccontano delle storie”.
MAST Photography Grant on Industry and Work 2020
Inventions
Fondazione MAST - Via Speranza n. 42, Bologna
fino al 3 gennaio
orario 10/19, lunedì chiuso
ingresso solo su prenotazione da effettuarsi all'indirizzo gallery@fondazionemast.org
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