Fotografia/ Gli scatti di Muybridge, tra arte e scienza
Al geniale fotografo e scienziato Edward Muybridge è dedicata la mostra “Muybridge Recall”, al Galleria Gruppo Credito Valtellinese di Milano
di Simonetta M. Rodinò
Perenne ricercatore, Edward James Muggeridge, meglio noto come Edward Muybridge, fu il precursore della biomeccanica e della meccanica del movimento degli atleti.
Dove apprese l’arte della fotografia resta ancora un mistero, ma i suoi scatti sui movimenti del corpo umano, suscitarono grande interesse nel mondo scientifico. Furono raccolti in volumi col contributo finanziario dell’università della Pennsylvania e di numerosi industriali americani e molto diffusi in ambito medico.
Non a caso un gran numero di sue stampe originali sono conservate presso la Wellcome Library di Londra, una della più importanti istituzioni al mondo per la ricerca sulla storia della medicina e presso l’Università di Philadelphia.
Al geniale fotografo britannico, emigrato negli USA e mancato in Inghilterra 74enne nel 1904, è dedicata la mostra “Muybridge Recall”, al Galleria Gruppo Credito Valtellinese di Milano.
A lui riuscirono creazioni dallo strano nome come lo zoogyroscope, lo zoetrope o zoopraxiscope; quest’ultimo consentiva la proiezione delle immagini permettendone la visione a più persone contemporaneamente. Invenzione che di fatto costituì un sistema pionieristico e precursore rispetto al cinematografo dei fratelli Lumière.
La maggior parte dei suoi modelli erano atleti dell’università, disabili del vicino centro Almshouse e animali dello Zoo di Philadelphia.
L’anno della grande scoperta fu il 1978. Per rispondere alla domanda se il cavallo nell’atto del galoppo solleva contemporaneamente tutti e quattro gli zoccoli da terra, fotografò con successo il cavallo da corsa Occident, confermando che gli zoccoli si sollevano sì contemporaneamente, ma non nel momento di massima estensione come si credeva fino ad allora e come i pittori avevano di fatto rappresentato sino a quel momento - famose le tele di cavalli di George Stubbs -.
La sua opera offrì dunque motivo di riflessione a molti artisti. Da allora, Bacon, Degas, Duchamp, Eakins, Rodin … si affidarono sempre più al mezzo fotografico per rappresentare azioni e movimenti che l’occhio umano spesso confonde.
Non a caso il poeta Paul Valéry riconobbe come “le fotografie di Muybridge rivelano chiaramente gli errori in cui sono incorsi tutti gli scultori e i pittori quando hanno voluto rappresentare le diverse andature del cavallo”.
La mostra, curata da Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, non si limita a presentare, sulla parete di 60 metri della galleria, un focus sulla storica produzione di Muybridge: oltre 50 scatti cronofotografici su lastra, tratti da fedeli riproduzioni degli originali custoditi alla Wellcome Library di Londra, che li ha concessi a scopo didattico.
E’ anche ricomposto, sulla parete di fronte, in chiave contemporanea, il set che il fotografo usava per gli scatti in piano sequenza.
Il percorso si chiude con due docu-films originali realizzati da Paolo Gioli: “L’assassino nudo” (1984) e un “Piccolo film decomposto” (1986).
“Muybridge Recall”
Galleria Gruppo Credito Valtellinese
Corso Magenta 59 – Milano
19 maggio – 1 ottobre 2016
Orari: da martedì a sabato 13.30-19.15; chiuso domenica e lunedì, 2 giugno e dal 2 agosto al 5 settembre
Ingresso libero
Infoline: 0248.008.015
www.creval.it
Iscriviti alla newsletter